Economia

Volontariato aziendale: un bene da esportare

La società, attiva nel settore immobiliare, vara una fondazione per applicare anche in altre società il proprio modello di impegno: un’ora lavorativa al mese per gli altri

di Antonietta Nembri

Occuparsi di immobili da undici anni e dichiarare che il «patrimonio più importante che amministriamo non è immobiliare», per Massimo Cimatti, presidente e fondatore nel 1995 del Gruppo Norman, è naturale. E non si tratta solo di parole. Perché non solo dal 2001 nei contratti stipulati viene inserita la speciale clausola di solidarietà (si prevede una maggiorazione per ogni importo dovuto da devolvere a un?associazione non profit e il gruppo Norman da parte sua si impegna a versare all?associazione scelta un importo pari al doppio della maggiorazione operata), ma anche perché il volontariato aziendale coordinato dal The Rising Sun Project è diventato adulto e sta per muovere i primi passi da solo. «L?idea è quella di operare un distacco dal gruppo andando a creare una nuova figura giuridica, una fondazione e dare così vita a un nuovo modo di fare volontariato aziendale aperto anche ad altri gruppi», spiega Isabella Dessomville, responsabile del progetto. Il 70% dei dipendenti di Norman (circa 150 persone nelle diverse sedi) vi ha aderito dedicando una giornata lavorativa al mese, sponsorizzata dall?azienda, a una delle associazioni individuate (Unione italiana ciechi, cooperativa S. Francesco, Arca, Don Gnocchi, Casa famiglia Vendramini, La Strada, Abio, Opera San Francesco) cui da poco si sono aggiunte Telefono Azzurro, Sogno di bimbi e l?Albero della vita onlus. «Il tempo è la risorsa più importante», ricorda Cimatti, «è più facile donare del denaro, ma farlo con il proprio tempo è utile per ricomprendere i valori della vita. Il vero beneficio, occorre ammetterlo, lo hanno avuto i volontari e in azienda ci sono stati dei cambiamenti positivi». «È arrivato il momento di aprire questa esperienza all?esterno creando un fondazione staccata dal gruppo», annuncia Cimatti. La fondazione, in via di costituzione, nasce per due ragioni: poter coinvolgere altre realtà aziendali, ma anche individui e istituzioni così da avere una fattiva collaborazione nell?implementare il progetto stesso nelle diverse realtà. Secondo il progetto in discussione, il gruppo Norman, e in particolare quanti se ne sono occupati fin qui, dovrebbero avere la funzione di coordinatori nella fase di start up del progetto presso altre realtà, mettendo a disposizione l?esperienza e il know how che il team ha maturato in questi due anni. La fondazione si configurerà come una onlus e il Gruppo Norman rimarrà legato a essa in quanto suoi elementi faranno parte del comitato direttivo, che decide le linee, mentre l?organo di controllo sarà costituito da elementi esterni e indipendenti.


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