Cultura

Bobba (Acli): tra profit e non profit rapporto possibile

In occasione del convegno 'Quando il terzo diventa primo. Il terzo settore nuova frontiera della sussidiarieta'

di Giulio Leben

Il rapporto tra profit e non profit e’ ”possibile” a patto che il non profit ”non si omologhi”. Questo il parere del presidente delle Acli Luigi Bobba, oggi a Siena per partecipare al convegno nazionale ‘Quando il terzo diventa primo. Il terzo settore nuova frontiera della sussidiarieta’. Il rapporto tra i due mondi e’ uno dei temi al centro dell’incontro (organizzato da Forum del Terzo settore Summit della Solidarieta’, Fondazione Monte dei Paschi e Provincia di Siena) e a cui e’ dedicata la sessione di questo pomeriggio a cui e’ prevista la partecipazione, tra gli altri, di Alessandro Profumo (Unicredit), Pier Luigi Fabrizi (Bmps), Giuseppe Mussari (Fmps), Guglielmo Epifani (Cgil). Secondo Bobba, dunque, si tratta di ”un rapporto possibile, purche’ il mondo del non profit abbia coscienza della sua diversita’, originalita’, delle sue caratteristiche. Non mi piace certo un non proft che si omologhi, che assecondi una deriva in cui divenga un simil-profit. Questo vorrebbe dire perdere cio’ che di valore aggiunto siamo in grado di determinare. Nel mondo del non profit c’e’ una grande capacita’ di innovazione, in particolare nei servizi di cura, nei servizi alle persone: e’ una capacita’ di innovazione che vale tanto quanto l’innovazione tecnologica”. Dunque, secondo il presidente Acli, e’ positivo ”che profit e non profit si parlino, collaborino, sapendo bene che il Terzo settore e’ una componente ordinaria di una moderna e libera economia di mercato, non e’ un sottoscala dell’economia, e’ una componente che e’ in grado di stare in una competizione con valori, caratteristiche originali e distintive. Se si tiene conto di questo, il dialogo e la collaborazione sono da incoraggiare e da sostenere”. Anche secondo Sergio Marelli, presidente dell’associazione delle Ong, il rapporto ”e’ possibile”, ma perche’ sia proficuo ”deve essere fuori dalla retorica. Occorre una riverifica dei paradigmi, delle questioni e dei principi che muovono il nostro agire, vedere se sono condivisi dal mondo del profit. Senza generalizzare ne’ demonizzare, perche’ anche nel profit c’e’ chi opera secondo regole che noi condividiamo, ma dobbiamo riconfrontare i paradigmi. Occorre regolare l’offerta e non la domanda – ha concluso – questo e’ il punto discriminante”


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