Cultura

Chi si risente! La musica psichedelica anni 70

Recensione del disco Love, Peace & Poetry

di Enrico Barbieri

C?era una volta un mondo instabile, pieno di re colorati, magici castelli sonori e paesaggi deformi: la musica psichedelica degli anni 60 e 70 era una favola chimica nuova. Si diffuse a macchia d?olio mentre imperava il sublime pop beatlesiano e segnò il vero inizio d?una cultura musicale underground. Più che le registrazioni, espressione del sogno lisergico erano i ?light show?, con cui ogni concerto si trasformava in uno stupefacente happening di luci e suoni. Gli ingegneri-alchimisti erano attori in questi spettacoli almeno quanto chi suonava. Ora questa musica è tornata di moda sotto forma elettronica, e si diverte ad arabescare su byte da pc. Della dirompente fantasia d?un tempo le è rimasto poco. Bombardamento ritmico, ripetizione e cicaleccio del sound etnico di turno: altro che stati d?alterazione e flussi d?incoscienza… Fatto sta che grazie ai nuovi successi psichedelici, almeno c?è la possibilità di riascoltare qualche perla del passato: l?etichetta tedesca Normal ha inaugurato una collana che di questa gloriosa stagione musicale propone vari capitoli. Love, Peace & Poetry è il titolo, coniugato di volta in volta a un Paese. Ora è il turno del movimento psichedelico britannico,quello da cui sono nati i Pink Floyd. Nel disco risplendono Memories dei Red Dirt, There Are No Greater Heroes di Tony & John Caro, e i Dark, gli Astral Navigation, i Forever Amber… Tutto iperuranio, di altissimo livello, lontano anni luce.

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