Formazione

Scacco matto al narcisismo

«Ratzinger sfida i luoghi comuni. Dice che nell’uomo è innata la capacità di darsi all’altro». E la politica? «È uno strumento prezioso se conserva la coscienza dei suoi limiti»

di Giuseppe Frangi

«C?è una traiettoria che mi porta ad assumere un impegno politico. Sto valutando seriamente se accettarlo». Per Luigi Bobba, presidente delle Acli, l?Enciclica di Benedetto XVI ha valore doppio: ha valore come approfondimento del ruolo che ha rivestito sino ad oggi e come criterio per la possibile nuova funzione che lo attende. L?impegno nel sociale ha segnato la sua vita; ora, il trovare nelle parole dell?Enciclica un?argomentazione di tale respiro sull?inevitabilità per un cristiano di implicarsi responsabilmente con la realtà, lo riempie di gratitudine e quasi di stupore.

Vita: In che senso di stupore?
Luigi Bobba: Mi hanno stupito il linguaggio e la forma dell?Enciclica. Il linguaggio di Giovanni Paolo II era più mobilitante. Qui invece ho trovato un linguaggio molto argomentativo. Sembra che il Papa si ponga le stesse obiezioni che tutte le donne e gli uomini di questi tempi generalmente pongono alla dottrina cristiana; li assume come elementi per controbatterli e per argomentare positivamente le ragioni di una visione cristiana.

Vita: Un?Enciclica di dialogo?
Bobba: Certo, perché la fede viene vista come fattore che purifica la ragione. Chi si aspettava un?Enciclica dai toni ultimativi, scritta per riaffermare dei punti fermi, si è trovato invece un?Enciclica molto persuasiva, che prende sul serio tutte le obiezioni. La verità cristiana viene posta nello spazio pubblico in termini di ragionevolezza civica. E questo credo sia davvero una novità, come linguaggio e come forma.

Vita: Poi c?è questo rinnovato primato della presenza sociale?
Bobba: Sì. è una riaffermazione molto forte. Che lascia spazio anche a un riconoscimento del ritardo con cui la Chiesa ha colto i cambiamenti: Benedetto XVI accosta le date del Manifesto di Marx con quello delle prime Encicliche sociali e rileva onestamente questo ritardo.

Vita: L?Enciclica entra anche nel tema della politica. La preoccupa questa netta distinzione tra Chiesa e politica?
Bobba: La Chiesa non fa politica ma i cristiani non possono sottrarsi alla lotta per la giustizia. Benedetto XVI pone una distinzione netta ma non parla certamente di una Chiesa che deve astenersi dalla politica, perché non c?è ambito della realtà umana che non la riguardi. Il ragionamento di Papa Ratzinger invece dà forza e autonomia all?azione dei laici che sono chiamati a prendere a cuore la costruzione di una giustizia attraverso, per esempio, lo strumento della politica.

Vita: Anche se l?Enciclica afferma con chiarezza che la giustizia non sarà mai perfetta?
Bobba: E qui veniamo al punto chiave del testo di Benedetto XVI: il riaffermare con una chiarezza sorprendente che la carità è parte integrante, costitutiva della vocazione cristiana. è un fattore decisivo e qualificante della presenza della Chiesa nella storia. Il ragionamento del Papa anche in questo caso procede per passi: prima afferma l?esigenza di costruire una giustizia, poi constata come, anche nella società più giusta, non possa venir meno l?esigenza della carità e dell?amore. La politica non può rispondere ai bisogni di significato della persona. Il bisogno di significato ha a che fare con l?amare e con l?essere amato. Per cui anche nella società più giusta resta aperta la questione di incontrare un uomo o una donna concreti, di rendere operativa una carità reale, capace di andare oltre i limiti intrinseci della giustizia.

Vita: Questo non intacca la laicità della politica?
Bobba: Affatto. Il cristianesimo ha già affrontato la sfida della secolarizzazione e oggi è in grado di stare nello spazio pubblico con caratteri originali e distintivi, senza per questo sostituirsi agli altri soggetti statuali o istituzionali. è una presenza originale che può garantire che la democrazia non degeneri in un totalitarismo sottile.

Vita: In che senso lei parla di rischio di una democrazia totalitaria?
Bobba: Succede quando la democrazia viene vista semplicemente come questione procedurale e non invece come capacità di creare delle regole e una cultura per una convivenza pacifica senza violenza. I rischi di cortocircuito ci sono. E una presenza sociale come quella cui il Papa incita i credenti, è una garanzia perché questi cortocircuiti non si avverino. Anche una democrazia può perdere di vista il compito di costruire la giustizia? In questo senso la frase di Sant?Agostino citata dal Papa è efficacissima e vale anche per oggi.

Vita: E a un non credente cosa resta di questa Enciclica?
Bobba: Il recupero del senso del donare e del donarsi come espressione più alta dell?umano. Come prospettiva che dà un fine, un orizzonte all?azione e alla capacità di ciascuno. Dentro una società narcisistica come quella di oggi, è una bella scossa vitale per tutti. Papa Ratzinger ricorre ad un?espressione bellissima: il cuore che vede. In questo modo sottolinea come sia innata nella creatura umana la capacità di farsi carico dell?altro. Come questo sia il tratto distintivo della nostra umanità. Ne parla come di un fattore creaturale, quindi valido per tutti, anche se trova poi la sua spiegazione più alta e ragionevole nel fatto che l?uomo è fatto ad immagine di Dio.

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