Mondo

E&F: la Cina, un gigante zoppo

In anteprima l'intervista al Premio Nobel per l'economia Amartya Sen sul numero di Etica & Finanza in edicola con VITA da domani. Della serie le sfide dell'economia: la Cina

di Paolo Manzo

Nobel per l?economia nel 1998, autore di molti libri tradotti in oltre trenta lingue (l?ultimo uscirà a breve per Laterza), Amartya Sen è oggi il maggior esponente vivente di una scienza, la filosofia dell?economia, che altro non è che l?economia applicata all?uomo e alla sua morale. In Italia per la presentazione del programma 2006 di Progetto Italia, l?insieme di iniziative promosse da Telecom Italia, EF lo ha intervistato nella lussuosa cornice di palazzo Clerici, a Milano. EF: Professor Sen, l?economia oggi misura anche la felicità. A suo avviso perché noi italiani siamo stati misurati recentemente come meno felici rispetto ai popoli del sud del mondo? Sen: Senta, la felicità è una questione assai complicata, non può essere trattata come un semplice indicatore meccanico, bisognerebbe rileggersi Freud e un sacco di altri testi. Eppoi non mi sembrate particolarmente infelici qua in Italia. Certo avete problemi molto grossi, c?è un?elezione in vista e ci sarà un grande dibattito politico? EF: Quale dovrebbe essere oggi l?impegno sociale del mondo dell?impresa? Sen: Non dovrebbe includere solo il raggiungimento del benessere economico ma avere anche un ruolo nell?incoraggiare la libertà sociale e politica, compreso l?appoggio a una discussione aperta e pubblica attraverso l?aiuto a media indipendenti. EF: E il ruolo degli imprenditori? Sen: Oggi chi dispone delle risorse economiche e sociali ha un importante obbligo etico nel rafforzare discussioni pubbliche aperte. Perché, vede, la democrazia è davvero un ragionamento pubblico, una sorta di ?governo tramite la discussione?, non solo una questione di voto. EF: Quale la sfida del terzo millennio secondo Amartya Sen? Sen: Attorno al 1770 David Hume aveva sottolineato che, dal momento che i contatti economici tra le differenti parti del mondo crescevano, noi siamo obbligati a riconoscere che ?le frontiere della giustizia? devono ?crescere maggiormente?. Questa considerazione vale ancor oggi. EF: Professor Sen, che ne pensa del modello economico cinese? Sen: Che non è totalmente negativo e, anzi, possiede alcune caratteristiche positive. In primis la riforma agricola iniziata nel 1979, che ha creato in Cina la maggior crescita della storia, facendo diminuire la povertà. Poi il modello industriale, che è stato per certi versi buono perché i cinesi, invece di sedersi, hanno cercato di renderlo il più efficiente possibile. Terzo, prima delle riforme economiche i cinesi hanno fatto un grande investimento nella scuola e nella sanità pubblica. Questo mix di politiche ha innalzato l?aspettativa di vita a 68 anni già nel 1979: un gran risultato. […]

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