Economia

Esenzioni iva, il grande pasticcio è servito

Decine di cooperative sociali sono a rischio chiusura

di Francesco Agresti

Caos Iva. Decine di cooperative sociali sono a rischio chiusura per la confusione generata dalle norme e dalle interpretazioni sul regime Iva da applicare ai servizi socio-sanitari erogati per conto delle amministrazioni locali. Un tira e molla che va avanti dal 1991, da quando cioè è stata emanata la legge 381 sulle coop sociali, e che ha avuto il suo epilogo con la legge finanziaria per il 2006. Da una parte le coop sociali, i pareri di esperti tributaristi, le norme e le prese di posizione dell?Agenzia delle Entrate, secondo cui le coop sociali possono scegliere tra l?esenzione Iva e l?aliquota del 4%; dall?altra molte amministrazioni locali le quali, invece, sfruttando l?incertezza dovuta all?accavallarsi delle norme, rifiutano di pagare le fatture alle coop sociali cui hanno affidato dei servizi perché gravate dell?Iva al 4%, affermando che l?imposta non è da loro dovuta. In alcuni casi chiedono delle note di credito, in altre bloccano il pagamento, in altre ancora chiedono di rinegoziare le condizioni economiche dell?accordo.

«Quale sia il regime Iva più conveniente deve essere stabilito di volta in volta in base ai costi sostenuti e a valutazioni che solo le singole coop possono fare», spiega Stefano Maines, direttore del Consorzio Consolida di Trento. «Il punto», aggiunge, «è che non si possono cambiare le regole del gioco in corsa. Se una cooperativa sociale definisce un accordo economico con un?amministrazione locale optando per l?Iva al 4%, l?ente pubblico non può rifiutare il pagamento sfruttando il caos generato dal susseguirsi di norme».

La Finanziaria per il 2005 ha introdotto una norma che avrebbe dovuto avere solo carattere interpretativo, stabilendo con certezza la possibilità di scegliere il regime Iva. Se non che, il ministero dell?Economia ha imposto dei vincoli che l?hanno resa di fatto inapplicabile. In particolare questa norma stabilisce che le cooperative sociali possono applicare l?Iva al 4% a partire dal 1° gennaio 2005, invalidando l?orientamento precedente. Quest?anno la legge Finanziaria per il 2006 ha abrogato questa norma ripristinando lo stato di fatto precedente. Quindi le coop sociali dovrebbero poter scegliere il regime a loro più favorevole tra l?esenzione e l?Iva al 4%.

«Il punto è che manca alla politica la consapevolezza di quel che è e di quel che vale, sia dal punto di vista economico che sociale, il mondo della cooperazione», sottolinea Costanza Fanelli, presidente di Legacoopsociali. «È mai possibile che 7mila imprese che erogano servizi a milioni di cittadini non riescano a ottenere chiarezza? Non chiediamo regali, ma certezze nelle regole. Altrimenti qualcuno prima o poi dovrà renderne conto».

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Il punto

La legge
Per l?articolo 7 della legge 381/91 le coop sociali devono applicare l?Iva al 4% sulle prestazioni socio-sanitarie. Il decreto legislativo n. 460/97 stabilisce che le prestazioni socio sanitarie erogate dalle onlus – sono tali di diritto anche le coop sociali – sono esenti Iva.

Esenti o non esenti?
Lo stesso decreto, però, stabilisce che per le coop sociali sono fatte salve le norme di maggior favore. Quindi possono scegliere se operare in regime di esenzione Iva o applicare l?Iva al 4%.

Le due finanziarie
Tale possibilità viene ribadita dalla circolare n. 168/98 dell?Agenzia delle Entrate. La Finanziaria 2005 fissa dei limiti che sono stati abrogati dalla Finanziaria 2006. Rimane l?incertezza.

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