Mondo

La missione più imponente di tutta la storia dell’onu

Parla l’americano che guida i 16mila caschi blu

di Joshua Massarenti

A traghettare il Congo verso la pace, è un uomo alto e minuto, la cui discrezione e affabilità assumono contorni tipicamente british. Nato negli Stati Uniti, William Lacy Swing è in realtà un puro prodotto della diplomazia americana. In quindici anni di servizio, ha coperto in qualità di ambasciatore le piazze più calde del continente africano (Sudafrica, Liberia, Nigeria), fino alla nomina nel maggio 2004 di Chief of Mission delle Nazioni Unite in Repubblica democratica del Congo. A capo di oltre 16mila caschi blu, ha per obiettivo quello di porre fine a un periodo di transizione politica minato da una destabilizzazione cronica nell?est del Paese e garantire il successo di un processo elettorale in cui la Monuc ha investito 422 milioni di dollari. «Il compito è enorme, gli investimenti colossali. La Monuc è la missione più imponente nella storia delle Nazioni Unite e le elezioni congolesi sono le più costose e complesse mai affrontate. Ma non abbiamo scelta se vogliamo la stabilità dell?Africa centrale». Vita: La morte dei caschi blu guatemaltechi è però un pessimo segnale? William Swing: Non mi voglio pronunciare su questa vicenda. Una commissione d?inchiesta è stata messa in piedi per appurare quanto è accaduto, quindi a lei bisogna rivolgersi. Mi limiterò a ricordare che nell?est del paese, ci sono tre zone di conflitto che destano forti preoccupazioni. L?Ituri, il Nord e il Sud Kivu. Vita: Cominciamo dall?Ituri? Swing: È una terra in cui si scontrano milizie locali in lotta fra loro per la spartizione delle risorse naturali. Rispetto al passato, il traffico illegale delle risorse minerarie si è considerevolmente ridotto grazie a un programma di smobilitazione e di reinserimento comunitario dei miliziani. Nonostante le difficoltà iniziali, ad oggi contiamo 16mila soldati smobilitati. Ne rimangono appena 1.500, ma si è visto di che cosa sono capaci. Vita: In che modo la Monuc intende risolvere la questione? Swing: Con programmi di smobilitazione. In caso di resistenza, si procede con un appoggio logistico alle offensive delle forze armate congolesi. Nel dicembre scorso, le Fardc hanno respinto in Uganda buona parte dei ribelli ugandesi appartenenti all?Adf-Nalu. è questa la via da seguire. Vita: A quanto pare le offensive condotte dai militari congolesi assieme ai caschi blu non hanno dato i frutti sperati contro il principale gruppo ribelle, il Fronte di liberazione del Rwanda? Swing: Nonostante la smobilitazione di 12.600 soldati, oggi si contano tra i 10mila e i 15mila elementi rwandesi ancora presenti nel Nord e nel Sud Kivu. Alla luce delle gravi violazioni dei diritti umani di cui si sono resi protagonisti, il problema è grave. Purtroppo, molti di questi ribelli vivono da oltre un decennio in Congo, finendo per mimetizzarsi nel tessuto sociale locale. L?anno 2006 sarà l?anno in cui il caso Fdlr verrà risolto, sia sul piano politico-giudiziario che su quello militare. Il ruolo delle forze armate congolesi sarà determinante per raggiungere l?obiettivo. Vita: Intanto i soldati congolesi stanno martoriando le popolazioni locali. Non le sembra di essere troppo fiducioso? Swing: Il problema è reale. Da troppi anni, i soldati congolesi sono esposti a paghe ridicole e a una scarsità di mezzi militari. Per insufficienza di fondi, non hanno il pieno controllo della situazione. Vita: Come in Katanga. Eppure, questa provincia è confrontata a una crisi umanitaria gravissima? Swing: Nonostante l?insicurezza rampante causata dalle milizie Mai-Mai, il governo congolese è quasi inesistente. Così come la Monuc. Eppure, questa crisi non risale a ieri. Nel settembre scorso, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan aveva chiesto al Consiglio di sicurezza 2.590 soldati in più da dispiegare nel Katanga, ma la sua richiesta è stata bocciata. Vita: Conseguenza? Swing: Non abbiamo caschi blu sufficienti per assistere e proteggere i 45mila sfollati presi in ostaggio tra i Mai-Mai e i pochi soldati congolesi presenti nell?area. Questo ci spinge a dover trasferire in un futuro prossimo alcune unità militari della Monuc attualmente operative in Ituri e nei due Kivu.


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