Famiglia
Migrazioni: Ferrero, presto legge e poi si chiudono i cpt
Così il Ministro della Solidarieta' sociale in un convegno sull'immigrazione
di Redazione
“A gennaio dovremmo essere in grado di presentare la legge” che di fatto sostituira’ la Bossi-Fini. Parola del ministro della Solidarieta’ sociale, Paolo Ferrero, che, a margine del convegno “Viaggio nell’Italia dell’immigrazione”, in corso oggi nella sede della Regione Emilia-Romagna, ne indica i quattro punti fondamentali, precisando che con questo provvedimento dovrebbe arrivare anche la chiusura dei Cpt. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Dire.
“Penso- spiega Ferrero- che i Cpt siano una struttura da chiudere”. E, secondo Ferrero, “il modo per arrivare a chiuderli o superarli e’ che, da un lato quelli che hanno commesso reati devono essere identificati direttamente in carcere”. Mentre, per l’identificazione di coloro che sono semplicemente clandestini, il ministro si dice convinto che “non serve un Cpt chiuso come un carcere”.
Per quello che riguarda i tempi, poi, Ferrero spiega, in sostanza, che la chiusura dei Cpt arrivera’ con la legge che prendera’ il posto della Bossi-Fini, anche perche’ “i tempi sono quelli di ogni modifica legislativa, quindi tanto vale fare una legge di modifica unica e non spezzettarla in tanti provvedimenti, che sarebbero soggetti ognuno all’ostruzionismo”.
La legge che verra’ presentata all’inizio del prossimo anno, dice Ferrero, servira’ a identificare una “politica dell’immigrazione radicalmente diversa” rispetto alla Bossi-Fini e poggera’ su quattro pilastri fondamentali. Il primo, afferma il ministro, “lo ha detto il Presidente della Repubblica nel messaggio che ha rivolto agli immigrati in occasione della Giornata internazionale dei migranti”.
Un messaggio “che io ho trovato assolutamente centrato” e che dice, appunto, “che bisogna trovare un meccanismo affinche’ la gente possa entrare regolarmente” in Italia, mentre la Bossi-Fini andava in direzione opposta impedendo “l’ingresso regolare degli immigrati” e producendo “clandestinita’”. Su questo primo punto Ferrero insiste molto e spiega che “serve una modalita’ piu’ flessibile”.
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