Cultura

Migranti in guerra, chi ci pensa?

La denuncia dell'Oim nella giornata internazionale dei migranti

di Redazione

Nonostante il loro decisivo contributo allo sviluppo dell’economia globale, i migranti sono gli ultimi cui si pensa durante i periodi di conflitto. E’ la denuncia dell’Oim nel ricordare la Giornata Internazionalee dei Migranti. Mentre l’evacuazione degli occidentali dal Libano, nei mesi di luglio e agosto, aveva catturato l’attenzione del mondo, prosegue l’organizzazione, pochi si sono preoccupati delle decine di migliaia di lavoratori migranti bloccati in quanto privi di mezzi per lasciare il paese e di assistenza da parte dei loro paesi d’origine. L’evacuazione umanitaria di oltre 10.000 migranti dal Libano condotta dall’Oim, principalmente donne asiatiche ed africane impiegate come lavoratrici domestiche, e’ stata l’ultima operazione, in ordine di tempo, nella storia della Organizzazione, di assistenza a migranti in fuga da zone di conflitto. Altri recenti esempi sono stati l’evacuazione di migranti dall’Iraq in Giordania durante la seconda Guerra del Golfo e, sempre nel 2003, quella dei migranti che sfuggivano alla violenza in Liberia e Costa d’Avorio. Ogni volta che i migranti restano coinvolti in un conflitto, la capacita’ dell’Oim di aiutarli dipende dalla disponibilita’ di risorse. L ‘evacuazione umanitaria d’emergenza Oim dal Libano, finanziata dalla Commissione Europea e dagli Usa, ha evidenziato ancora una volta la necessita’ di un meccanismo permanente che consenta di prestare tempestivamente assistenza in casi di emergenza laddove i paesi di origine di migranti non abbiano mezzi finanziari o logistici per evacuare i loro cittadini. ”Non si puo’ negare il fatto che i migranti contribuiscono in modo significativo allo sviluppo sociale ed economico dei paesi nei quali vivono e lavorano. Detto questo, pari attenzione deve essere attribuita alla loro sicurezza e al loro benessere -dice il Direttore Generale dell’Oim, Brunson McKinley – i migranti vanno aiutati in modo rapido, sicuro e ben coordinato”. Diversi governi hanno gia’ chiesto all’Oim di creare un Fondo di Emergenza per l’Evacuazione che consentirebbe all’Organizzazione, ai governi e ai partner delle Nazioni unite e delle Ong di provvedere ai migranti vulnerabili, fornendo loro cibo, assistenza medica, ricoveri temporanei, assistenza consolare e registrazione propedeutica all’evacuazione. Benche’ questo tipo di assistenza sia determinante, i migranti possono anche avere bisogno di aiuto una volta in patria. Spesso, fuggendo hanno perso tutto quello che avevano e non necessariamente hanno qualcuno da cui tornare o qualcosa su cui poter contare in patria. Un’assistenza psico-sociale e’ inoltre essenziale, in particolare per chi abbia vissuto esperienze traumatizzanti. ”Dobbiamo far questo in fretta, in modo tale da essere in grado di dare assistenza a partire dal primo giorno, quando si presentera’ la prossima crisi ” ha aggiunto McKinley.

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