Cultura

Pezzotta: «Ho detto no perché amo la politica»

«Non disprezzo i partiti e ringrazio chi mi ha proposto una candidatura. Ma io penso che la politica non possa ridursi al lavoro parlamentare».

di Giuseppe Frangi

«Nella mia decisione non c?è nulla di eroico né di epico». Come al solito il pensiero di Savino Pezzotta non procede per vie oblique, ma è diretto. Perciò mette subito le mani avanti quando lo invitiamo a rendere ragione di una scelta – dire No a un seggio sicuro al Senato con un ruolo da capolista in Lombardia per la Margherita – che non sarà eroica ma che è certo coraggiosa. «Almeno voi di Vita dovreste riconoscermelo, lo avevo sempre detto. La bandiera del mio lavoro in Cisl, intorno a cui ho convocato la mia gente proponendogli la strada dell?orgoglio associativo, è stata la bandiera dell?autonomia della Cisl e più in generale dell?autonomia del sociale. Io ringrazio sia l?Udc che l?Udeur, ringrazio la Margherita per avermi fatto questa proposta, ma io sono un uomo del sociale, che appartiene al popolo più che al Palazzo».

Vita: Vero ma i giornali in questo mese?
Savino Pezzotta: In queste settimane mi sono reso conto di come i giornali facciano il gioco di poche congreghe che cercano, attraverso articoli e pressioni, di determinare la vita di libere organizzazioni o addirittura di partiti. Dalle opinioni separate dai fatti siamo passati alle opinioni e alle astrazioni (di pochi) che pretendono di determinare i fatti.

Vita: Qualcuno ha detto che nella sua scelta c?è un po? di disprezzo per la politica…
Pezzotta: Io guardo alla politica con grande attenzione, addirittura con passione, e non con disprezzo, solo che credo non possa ridursi solo all?esercizio dell?attività parlamentare. Sarebbe una politica senza più relazione con il popolo, con le realtà sociali. Del resto nella sua prima enciclica Benedetto XVI ha definito la politica come «carità sociale». Una definizione che mi ha persino emozionato.

Vita: Una scelta che è anche un?indicazione di metodo?
Pezzotta: Quello che vale per me non deve automaticamente valere per gli altri. Sarebbe sbagliato. Le regole della mia organizzazione non impediscono che si passi direttamente alla politica. è successo in passato, potrà riaccadere in futuro.

Vita: Un?indicazione di ordine morale?
Pezzotta: No. Dico che è una regola mia. Ognuno ha le sue regole, i suoi comportamenti etici. L?unica cosa che chiedo è che siano rispettati. Qualcuno ha detto che il mio No è stato uno spreco. Ebbene, io ritengo di non aver sprecato nulla. Con la mia scelta ho espresso un mio pensiero, anzi l?ho ribadito, un pensiero che si può ritenere sbagliato, non pretendo che lo si consideri giusto. Penso di aver fatto una scelta che appartiene alla mia interiorità. E questo tipo di scelte nessuno le dovrebbe giudicare. Perché scelte di questo genere le paga chi le fa. Certo oggi è più di moda fare scelte che poi pagano gli altri?

Vita: Non è che si è parcheggiato in attesa del Partito democratico?
Pezzotta: Anche voi? In Italia se uno fa un ragionamento subito si cerca di confinarlo in uno schieramento. Per ora il Partito democratico non c?è, anche se vedo che già in molti si sono messi in fila per iscriversi. Io vengo dalla tradizione culturale del cattolicesimo sociale democratico che si incarna nel popolarismo. Perciò sono interessato alla discussione intorno al Partito democratico, penso che il popolarismo sia necessario in questo paese se non lo si vuole consegnare definitivamente a poche oligarchie. Penso sia necessario perché è necessaria la sua visione della centralità della dignità della persona, la sua visione capace di valorizzare i corpi intermedi della società e pertanto le rappresentanze sociali e le autonomie. Ecco, se si discute di un nuovo partito vorrei che questa visione, questi valori abbiano voce in capitolo. Oramai facciamo le liste e ci mettiamo dentro l?attrice, l?intellettuale, i rappresentanti di genere (donne, gay, maschi), una spruzzata di professioni, magistratura e giornalisti e via. Io preferirei una lista con qualche operaio, qualche casalinga, qualche immigrato, insomma la gente del popolo. Sono populista? No, sono popolare, voglio che nella politica permanga la domanda: come si rappresenta il popolo e i suoi bisogni? La politica la si può fare anche dal basso, no? Oppure vogliamo che sia solo questione di palazzi? Non è mica possibile che una democrazia mortifichi la partecipazione come stiamo facendo adesso. Dobbiamo ripartire dal basso, se è possibile, e se non lo fosse si continuerà ad insistere perché accada. Bisogna partire dalla gente, dalle comunità locali, dai paesi. La politica è una cosa nobile quando diventa amore per la città, amore tra le persone, una costruzione collettiva, un percorso d?insieme.

Vita: Come sarà il futuro di Pezzotta?
Pezzotta: Cercherò di portare ad unità la mia organizzazione, è l?impegno che mi sono assunto. Il mio mandato era a termine e aveva questo scopo. Un mese in più o in meno per Pezzotta non cambia nulla, sono stato sempre libero anche rispetto al mio ruolo di segretario, un segretario che per l?unità è disponibile anche a trovare i tempi giusti perché il ricambio che doveva avvenire, avvenga. Non ho mai concepito il mio ruolo come un ruolo di comando, ma di servizio, del resto questo mi era stato chiesto. Ho deciso di condurre in tempi non lunghi il processo di rinnovamento del gruppo dirigente. Ho già dato alcune indicazioni, voglio consolidare quelle indicazioni, e quando nell?organizzazione le tensioni saranno cessate il mio compito sarà finito. Prima cessano, prima vado. Poi, quando avrò finito andrò in pensione. Mi occuperò delle cose che da sempre motivano il mio impegno: l?Africa, il sociale, la politica.

Vita: Che reazioni nella Cisl?
Pezzotta: La mia gente ha una visione un po? come la mia. Il loro messaggio è stato: se vuoi fare politica la fai, ma lascia passare un po? di tempo tra il tuo impegno sindacale e il tuo impegno politico. Non puoi pensare di capitalizzare il tuo impegno sindacale per fare la politica. Se vuoi fare politica la devi fare perché hai delle idee, delle proposte, delle capacità, perché sei portatore di un?idea e rischi per quella.

Vita: E la politica ha capito?
Pezzotta: In politica sono importanti i risultati nell?immediato, e il mio No, ha scombinato qualche calcolo. Perciò, mi sembra, non abbiano capito a fondo le mie motivazioni e di ciò sono dispiaciuto. Ma qualcuno ha anche riconosciuto con lealtà la mia coerenza.

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