Welfare

Camerun: caccia agli omosessuali

I media camerunensi protagonisti di una feroce campagna denigratoria contro gli omosessuali

di Joshua Massarenti

Politici, imprenditori, musicisti, pure i religiosi. Nessuno in Camerun sembra avere scampo alla campagna di perquisizione che vede la stampa privata camerunense rendersi protagonista nelle ultime settimane di una caccia alle streghe nei confronti degli omosessuali attraverso la pubblicazione di liste composte da personalità accusate di “devianze sessuali”. Tutto è iniziato verso la metà del gennaio scorso quando il bimensile “La Météo” ha pubblicato un dossier sugli omosessuali camerunensi. A ruota libera, altri due giornali nazionali, “Nouvelle Afrique” e “L’Anecdote”, noti per i loro toni virulenti e discriminatori, hanno messo in pagina articoli con titoli non poco espliciti: “Ecco i froci di casa nostra” intitolava “Nouvelle Afrique”, mentre “L’Anecdote” si “accontentava” di un titolo più “moderato”: “Devianza: la lista completa degli omosessuali in Camerun”. Citando fonti mai rese note al pubbliche, i giornali hanno sbattuto in prima pagina persone che avrebbero avuto rapporti intimi con persone delle stesso sesso per ottenere promozioni professionali. A rincuorare la dose, ci ha pensato poi il leader di un’ong locale, Dupleix Kuenzob, del Servizio ecumenico per la pace, a detta del quale “è bene che questo fenomeno venga allo scoperto affinché la gente possa prendere coscienza delle vie da non seguire”. La vicenda si è poi estesa invandendo il campo della politica quando il Ministro della comunicazione, Pierre Moukoko Mbonjo, inserito nella famosa “lista nera degli omosessuali”, si è scagliato contro i responsabili della campagna diffamatoria. “Non vedo come questi giornalisti daranno le prove di quanto stanno sostenendo, a meno che siano partner delle persone che accusano di omosessualità”. Tematica sociale tabù in un Paese dove l’influenza della religione è enorme, l’omosessualità è vietata dal codice penale camerunense. Per “ogni persona che si rende protagonista di rapporti sessuali con una persona dello stesso sesso”, il codice penale prevede sanzioni carcerarie pesanti (da sei mesi a cinque anni) e multe che vanno dai 30 ai 300 euro. Regolarmente applicate, queste sanzioni sono ormai l’oggetto di una campagna di sensibilizzazione di difensori dei diritti umani che chiedono la depenalizzazione degli atti omosessuali. “Il Camerun è uno stato di diritto” ha dichiarato all’Afp Suzanne Kala Lobé, militante per la difesa dei diritti dell’uomo, ” e le libertà individuali, tra cui il rispetto è prescritto dalla Costituzione, devono essere garantite”. Molti analisti sospettano i responsabili della recente caccia alle streghe di voler prendere a presto atti sessuali contrari “al buon costume” camerunense per scartare personalità politiche che farebbero da ostacolo in vista del rimpasto ministeriale. L’altro sospetto riguarda il boom di vendite che riguardano i giornali protagonisti della campagna discriminatoria. Lo stesso caporedattore di “L’Anecdote” ha rivelato che grazie allo scandalo il giornale ha visto le sue vendite quadruplicare (dalle 5mila alle 20mila copie vendute).


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