Welfare

Territorio protagonista

Per far fronte ai nuovi bisogni si deve puntare sull'assistenza domiciliare. Che fa anche risparmiare. Parla la vicepresidente di Federsolidarit

di Redazione

Sanità, integrazione socio-sanitaria, politica e terzo settore. Ne abbiamo parlato con la vicepresidente di Federsolidarietà, Giovanna Zago. SJ: La Finanziaria ha previsto tagli per 3 miliardi alla spesa sanitaria. Il ministro Turco, col Patto per la salute firmato a ottobre con le Regioni, ha individuato obiettivi ambiziosi, ma quanto sono compatibili con le risorse a disposizione? Giovanna Zago: Nel documento il governo e le Regioni hanno puntato sul rafforzamento dell?attività di prevenzione, la riorganizzazione e il potenziamento della medicina di base e lo sviluppo dell?integrazione socio-sanitaria. Era indispensabile razionalizzare il deficit e superare le rigidità del patto di stabilità interno con le Regioni, puntare ad eliminare le inefficienze. Allo stesso tempo occorre ridefinire modi e forme del sistema perché esso sia orientato verso i bisogni e le esigenze dei cittadini. Con l?invecchiamento della popolazione la spesa sanitaria è destinata a crescere, sarà necessario rafforzare forme di cura e assistenza continuative e prolungate nel tempo per evitare l?ospedalizzazione. Sino ad oggi si è dato scarso rilievo all?assistenza territoriale, portando il tasso di ospedalizzazione a livelli spesso non giustificabili. Bisogna sviluppare strategie tese a rafforzare la capacità di farsi carico dei problemi di salute evitando l?ospedalizzazione. L?esperienza delle cooperative sociali in interventi radicati sul territorio può contribuire a sviluppare – come già in parte sta avvenendo – servizi sociali ad integrazione sanitaria con criteri di prossimità: medicina e ospedali di comunità, assistenza domiciliare integrata successiva alla dimissione ospedaliera, hospice. Importante è poi il ruolo della cooperazione sociale anche nella promozione di coop di medici: per la medicina di base la cooperazione sociale può dare un contributo importante nel mettere in rete i medici. SJ: Il settore sanitario sarà condizionato da un aumento della domanda di servizi per anziani e non autosufficienti, ma il Fondo nazionale per la non autosufficienza nella Finanzia 2007 si è fermato a 100 milioni di euro. Zago: Per sviluppare l?integrazione socio-sanitaria, a partire dall?assistenza ai non autosufficienti si deve incentivare l?assistenza domiciliare integrata, una forma di servizio più appropriata alle esigenze del cittadino, con l?importante corollario di una spesa per assistito notevolmente inferiore. L?istituzione del fondo è un buon segnale, ma non basta. In prospettiva dovrà servire a garantire l?applicazione di livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale. Una parte delle risorse provenienti dalla lotta all?evasione fiscale potrebbero servire proprio per incrementare il Fondo. SJ: Quali sono i progetti innovativi delle cooperative sociali? Zago: Oggi non basta rispondere soltanto a un principio di efficienza produttiva, ma è necessario attivare capitale e reti sociali sul territorio. Sempre più viene riconosciuta la rilevanza del capitale sociale come fattore sia di prevenzione per la salute che di sostegno ai processi di cura e riabilitazione. Ospedali di comunità, medicina di comunità, enti produttori in grado di stimolare l?attivazione di risorse di comunità (volontariato, associative, relazionali) sono una frontiera di sperimentazione importante per la riorganizzazione della sanità dei prossimi anni. La cooperazione sociale avrà il compito di sperimentare se stessa in nuovi settori in cui la gestione partecipata potrebbe rivelarsi valore aggiunto da un lato e innovazione nei processi dall?altro.


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