Welfare

L’euro lavoro sceglie il Sud

Pmis:la nuova sigla sta per Piccole e medie imprese sociali.A loro sono destinati i 50 miliardi dei fondi europei. Che per la prima volta vanno a finanziare iniziative del non profit

di Francesco Maggio

L? ingresso in Europa è un dato ormai acquisito, eppure rimane ancora molto da fare, soprattutto sul fronte del lavoro: quante volte abbiamo letto, visto o ascoltato pronunciare una simile affermazione negli ultimi tempi? Decisamente tante, a dimostrazione del fatto (semmai ce ne fosse ancora bisogno) che è sul terreno della lotta alla disoccupazione che si gioca la reale costruzione dell?Europa unita. C?è però chi questa battaglia ha deciso di cominciarla molto prima che nascesse l?euro, scommettendo sulle potenzialità occupazionali del non profit ed investendo risorse e competenze nella diffusione dell?imprenditorialità sociale nel Paese: la finanziaria Cosis S.p.A. (Compagnia sviluppo imprese sociali), che in 4 anni ha erogato oltre 30 miliardi a circa 200 imprese sociali (per l?80% cooperative sociali) e contribuito alla creazione di 500 posti di lavoro.
Dal prossimo febbraio la Cosis sarà partner attuatore di un progetto finalizzato alla creazione di almeno 800 nuovi posti di lavoro, finanziato in parti uguali dal Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) e dalla Foe (Fondazione Europa occupazione, socio di maggioranza della Cosis) e che mobiliterà risorse pari a circa 50 miliardi per dotare di capitale sociale, linee di credito e servizi reali le Pmis, piccole e medie imprese sociali collocate nei territori dell?obiettivo 1 (nel Mezzogiorno, cioè): «La cosa che ci ha dato maggior soddisfazione», esordisce Felice Scalvini, amministratore delegato di Cosis, promotore e coordinatore del progetto, «è stata quella di veder accolta la nostra richiesta di partnership finanziaria dal Fesr, un fondo che di solito destina i suoi finanziamenti alla costruzione di infrastrutture come ponti o strade, e sostiene le piccole e medie imprese, profit però. Noi ci siamo impegnati affinchè nel novero delle piccole imprese, potenziali destinatarie dei contributi comunitari, venissero incluse anche quelle sociali». «È stato all?inizio particolarmente difficile far passare quest?idea», continua Scalvini, «ma alla fine abbiamo ottenuto il significativo riconoscimento, non solo di veder accolta la nostra proposta (circoscritta, però, alle cooperative sociali di tipo B ed ai consorzi di cooperative), ma anche di esser stati fautori del conio di una nuova sigla, quella di Pmis, che sicuramente contribuirà a destare rinnovata attenzione dell?Europa verso il mondo del non profit». Quali le fasi salienti di Oasis (così è denominato il progetto)? «Ai primi di febbraio», sottolinea l?amministratore delegato di Cosis, «pubblicheremo il bando che segnalerà i criteri di ammissione ai finanziamenti (ed alla fruizione di tutta una serie di servizi reali alle imprese). Appena poi cominceremo a ricevere le richieste di fondi, faremo l?istruttoria di valutazione e, se vi saranno le condizioni, provvederemo subito ad entrare nel capitale sociale delle cooperative o dei consorzi, erogheremo un prestito e metteremo a disposizione dell?impresa sociale le competenze necessarie a favorirne lo sviluppo». Appuntamento quindi con il bando Cosis, che ?Vita? pubblicherà appena sarà disponibile.
Per informazioni rivolgersi a: Cosis, telefono: 064767829, Fax:064741117

Arrivano i mediatori

Si chiamano ?mediatori al lavoro? e in Italia sono, finora, soltanto 40. Sono operatori sociali altamente professionalizzati il cui compito è curare il collocamento al lavoro di giovani con disagi, come ex tossicodipendenti o ragazzi soggetti a procedimenti penali. Se n?è parlato nei giornis scosri, durante un convegno organizzato dall?Ente italiano di servizio sociale (Eiss), svoltosi a Roma nella sede del Cnel. Per strappare i giovani alla microcriminalità, al carcere e alla droga, favorendo il loro ingresso in un mercato spesso sospettoso nei loro confronti è infatti necessara una mediazione che non si limiti a trovare loro un lavoro, ma che sia in grado di agire anche sui datori di lavoro e sull?ambiente per evitare discriminazioni o ricatti. A Roma, sarà aperta tra breve la prima Agenzia di mediatori al lavoro gestita dall?Eiss.

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