Politica

Rwanda: rwandesi al voto locale

Da qui a marzo quattro appuntamenti elettorali in cui i rwandesi voteranno candidati senza etichette politiche

di Joshua Massarenti

Da ieri, più di quattro milioni di elettori rwandesi si recano nelle urne per votare i loro responsabili locali e municipali per scrutini senza interessi politici reali. Infatti, gli aventi diritto al voto devono dare il loro consenso (o meno) a candidati senza etichette politiche. “In base alla nostra legge elettorale e alla nostra legge sull’amministrazione locale, i candidati si presentano come individui e non come rappresentanti di partiti politiic” ha detto all’Afp Charles Munyaneza, responsabile delle operazioni elettorali presso la Commissione elettorale nazionale (Cen). La quasi totalità dei responsabili dell’amministrazione territoriale sono membri del partito presidenziale, il Fronte patriottico rwandese (Fpr). I prossimi scrutini, sostengono attenti analisti, non dovrebbero cambiare la situazione. Da qui al 2 marzo, sono previste cinque tornate elettorali (6, 13, 20 e 24 febbraio, 2 marzo). Ogni cinque anni, i rwandesi sono chiamati a scegliere comitati esecutivi che dirigeranno le cellule, la più piccola struttura amministrativa del Rwanda. Dall’ultima riforma amministrativa in data 2 gennaio 2006, il Rwanda è suddiviso in cinque province (quattro rurali e Kigali, la capitale) controi le dodici precedenti. Ogni provincia è a sua volta suddivisa in distretti, poi divisi in settori (416 contro 1546). Il voro del 13 febbraio sarà uno scrutinio indiretto per eleggere i consiglieri dei settori. “Ogni settore ha tra i 200 e i 400 consiglieri, il 30% dei quali devono essere donne” ha precisato Munyaneza. Il 20 febbraio, i rwandesi dovranno scegliere i membri dei loro consigli di distretto, mentre il 24 febbraio successivo saranno eletti i membri dei comitati esecutivi dei distretti. Infine, il 2 marzi, i colleggi elettorali voteranno i membri del comitato esecutivo di Kigali, la capitale. A livello provinciale, i governatori (prima venivano chiamati prefetti) sono tutti stati nominati per decreto presidenziale.


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