Sostenibilità

Il presepe, messaggio troppo forte per l’Ikea

Il senso del dono torna prepotentemente sotto le feste di fine anno, ma ben pochi se lo chiedono davvero ...

di Paolo Massobrio

Il senso del dono torna prepotentemente sotto le feste di fine anno, ma ben pochi se lo chiedono davvero. Chi regala lo fa quasi con fastidio, cercando di salvare soprattutto una forma, in una società dove ormai c?è quasi tutto. Si dona a Natale per ricordare una preferenza, quasi per imitare chi ha pensato a noi donando tutto se stesso. Donare un cibo ha poi un significato ancora più profondo, perché arriva vicino al concetto di condividere, di ?entrare dentro?, come chi è entrato dentro alla storia dell?uomo separando il vero dal falso. La peggiore delle forme di regalo è quella di chiedere che dono vuoi, magari consegnando i soldi per comprarlo. È un modo per salvare la sostanza nella forma, ma cancella la sorpresa, il senso di un regalo pensato per una persona che è importante. Le miserie vere non sono nel regalo povero che si porge, ma nell?assenza di un?intuizione, di un senso. L?Ikea ha poi avuto la sua bella idea: privare i suoi clienti del presepe di Natale. È un messaggio troppo forte, hanno dichiarato. Ora, a parte che un giudizio del genere non spetta a un colosso dei Paesi del Nord che è in Italia non per colonizzarci o imporci una cultura, ma per vendere. Se il presepe è un messaggio forte, cosa dobbiamo fare, abbatterlo? È come andare alla festa di compleanno di qualcuno e fare il regalo alla colf, oppure ricevere l?invito a un matrimonio e stare fuori dalla chiesa. Oppure andare dal Papa come moglie del presidente della Repubblica e non coprirsi il capo. Tutto è opinabile, ma se si rappresenta un popolo lo si rappresenta anche nel rispetto che il popolo attribuisce al Papa. Vuol dire fare un passo indietro, per aver rispetto di una cultura popolare che ha radici antiche. E anche la tavola chiede rispetto sotto le feste: non ha senso spingere i consumi oltre la misura per ostentare un?abbondanza che non serve più a nessuno. Rispetto vuol dire pensare cosa condividere con chi hai di fronte. Sennò si apre la via dell?eterna incomunicabilità, dove prevale solo ciò che penso io, come fossimo asteroidi che vagano nell?universo senza una connessione, senza un senso. E dire che il Natale è arrivato per connetterci a un?origine, non per separarci.


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