Mondo

Genitori, l’aiuto è in linea

Dall’attività del Telefono Genitori emerge il ritratto di una generazione in crisi. I drammi familiari sono vissuti sempre più in solitudine, soprattutto al Nord

di Antonietta Nembri

Accanto a Cosenza e Milano, ora c?è anche Torino. Il Telefono Genitori, dopo quasi sei mesi di attività, ha gettato le basi per potenziare il servizio di ascolto nazionale proprio grazie alla terza sede operativa. L?help line nata dall?esperienza della Fondazione Movimento Bambino e sviluppatasi tra le attività solidali di Telecom Progetto Italia che l?ha sostenuta fin dall?inizio, è attiva con un numero verde tutti i giorni dalle 9 alle 23 (la domenica dalle 16). Dai primi dati diffusi emerge che il 25% delle chiamate riguarda le preoccupazioni legate alla fase evolutiva dei bambini (inserimento scolastico, gelosia tra fratelli, rifiuto del cibo) fino alle difficoltà dell?adolescenza. A rispondere alle chiamate da tutta Italia sono 70 operatori formati dalla professoressa Maria Rita Parsi, psicopedagogista, psicologa, psicoterapeuta e ideatrice della psicoanimazione. Nella nuova sede, presentata dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, da Andrea Kerbaker, amministratore delegato di Telecom Progetto Italia, e dalla stessa Parsi, i volontari avranno la possibilità di essere ancor più presenti. Il Telefono Genitori è un servizio rivolto a tutti e cerca di produrre risposte flessibili per soddisfare domande di orientamento, sostegno, mediazione, contenimento affettivo, comunicazione intergenerazionale e partecipazione sociale. Circa la metà degli utenti è rappresentata dalle madri (45%), seguite dai padri (25%) quindi i nonni (20%) e i single (10%), tutti animati dal desiderio di trovare negli operatori – volontari una voce amica, un persona capace di ascoltare e comprendere. L?help line offre anche uno spaccato dell?evoluzione e della condizione della famiglia italiana. Emerge il ritratto di una popolazione che sempre più vive i drammi familiari, soprattutto al Nord, in completa solitudine. La maggior parte delle richieste di aiuto giunte in questi primi mesi di attività arriva da genitori separati o divorziati (30%), mentre il 20% delle telefonate riguarda difficoltà relazionali e comunicative all?interno della famiglia. Qualche esempio. Accanto a Giovanna e Luca, genitori veneti sulla via della separazione che telefonano per trovare il modo migliore di relazionarsi con i figli di 8 e 4 anni, c?è Susanna, tarantina, con una figlia diciottenne che frequenta un giovane violento. Grazie al colloquio telefonico è emerso che la figlia replicava con il fidanzato il rapporto conflittuale dei genitori. La chiave di volta? Secondo gli esperti dovrà essere la madre a compiere il primo passo e realizzare quanto il suo modello relazionale sia stato nocivo anche per la figlia. n. verde 800.279771 www.movimentobambino.it


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