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L’alfabeto che si disegna

Si chiama Comunicazione aumentativa e alternativa (Caa), si tratta di una iniziativa volta a facilitare il linguaggio orale di bambini e adolescenti con difficolt

di Redazione

Si chiama Comunicazione aumentativa e alternativa (Caa) e, nonostante le parolone, si tratta di una iniziativa volta a facilitare il linguaggio orale di bambini e adolescenti con difficoltà. A questo tipo di comunicazione è stata dedicata la prima ?giornata dell?utente?. Presso la Fondazione Benedetta D?Intino a difesa del bambino e della famiglia, a Milano, si sono dati appuntamento, qualche giorno fa, per la prima volta figure professionali provenienti dalla medicina, psicologia, pedagogia, educazione, linguistica ed informatica, insieme a genitori e parenti. Il servizio messo a punto dal Centro della Comunicazione aumentativa e alternativa si rivolge a soggetti affetti da patologie congenite come paresi cerebrali infantili o insufficienza mentale, o acquisite, come traumi cranici dovuti ad incidenti o da malattie neurologiche evolutive. Gli operatori di questo tipo di comunicazione si occupano di ricerca, selezionano e forniscono agli utenti mezzi espressivi diversi dal linguaggio verbale. Gli ausili per questo tipo di esigenze esistono ma, come accade di norma nel campo dell?handicap, vengono ufficialmente disconosciuti. Eppure alcuni di questi sono semplicissimi, come ad esempio i tabelloni su cui vengono poste fotografie, simboli, frasi, parole o lettere a cui il bambino può fare riferimento per esprimere i suoi messaggi. Un bambino può indicare i simboli nei modi in cui gli è possibile, con una mano, con un piede, con lo sguardo o in modo indiretto a scansione o codifica nei casi in cui non riesce a controllare ed usare alcuna parte del corpo. Il tabellone personalizzato diventa una sorta di ?protesi comunicativa?. Questo tipo di ausili sono detti poveri in contrapposizione a quelli predisposti dalla nuova tecnologia come i computer. Poveri ma essenziali alla costruzione di un linguaggio simbolico necessario per accedere alla seconda parte del cammino comunicativo supportato appunto dai computer e dai nuovi sistemi di comunicazione non verbale. All?estero sono già diffusamente utilizzati ausili portatili, flessibili e adattabili a varie situazioni motorie e cognitive dell?utente e con una uscita in voce sintetica e digitale, cioè registrata. In Italia tali tecnologie sono pressoché sconosciute. Almeno fino alla manifestazione di Milano. Speriamo. Per informazioni, Fondazione Benedetta D?Intino, via della Signora 4, 20122 Milano. Telefono e fax: 02/76024421.


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