Cultura
Assassinio di don Andrea in Turchia: il dialogo continui
Lo afferma il cardinale Jose' Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, intervenendo sull'assassinio in Turchia del sacerdote italiano.
di Redazione
”Con il sacrificio di don Andrea Santoro la Chiesa e’ tornata a colorarsi di nuovo di rosso, il colore del sangue dei suoi martiri. E’ sempre successo e accadra’ ancora, purtroppo. Ma non per questo la Chiesa si fermera”’. Lo afferma a ”La Repubblica” il cardinale Jose’ Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, intervenendo sull’assassinio in Turchia del sacerdote italiano.
Per Martins, inoltre, la relazione tra l’omicidio di don Andrea e le vignette blasfeme non e’ conseguenziale. ”Sarei prudente -dice- su questi aspetti”. ”Prima di parlare ed esprimere giudizi, -dice l’alto prelato- si deve conoscere tutta la verita’. Bisogna capire il contesto in cui e’ maturata la tragedia”. Per il cardinale Martins, inoltre, l’urlo ”Allah e’ grande” lanciato dall’assassino di don Santoro ”va valutato con estrema prudenza anche perche’ sarebbe sbagliato coinvolgere uno specifico credo religioso”.
”Il dialogo interreligioso -prosegueMartins- deve comunque andare avanti”. ”E’ sbagliato pure parlare di guerre di religione, perche’ ogni fede e’ contro la guerra e contro l’uso distorto dell’immagine di Dio”.
Il cardinale Camillo Ruini ha diffuso una dichiarazione a commento dell’uccisione di don Andrea Santoro, avvenuta in Turchia, nella quale il vicario del Papa ringrazia il sacerdote ucciso per la sua splendida testimonianza e invita i fedeli di Roma a esserne orgogliosi. ”Un sacerdote romano, un parroco di questa diocesi, don Andrea Santoro, da vari anni in Anatolia come ”fidei donum” (dono della fede), – si legge nella dichiarazione rilasciata ieri sera dal cardinale Ruini e nuovamente diffusa questa mattina dal Vicariato – e’ stato proditoriamente ucciso nella chiesa di Trabzon, a lui regolarmente affidata e in cui era intento a pregare. Tutta la Diocesi di Roma, e in particolare i sacerdoti, che amavano e stimavano profondamente don Andrea, gia’ parroco delle parrocchie romane di Gesu’ di Nazareth e poi dei SS. Fabiano e Venanzio, profondamente colpiti da questa tristissima notizia, elevano al Signore intense preghiere per don Andrea, per la sua anziana madre, per le sorelle e i familiari tutti. Con questo tragico evento si aggiunge un nuovo anello alla lunga catena dei sacerdoti romani che hanno versato il proprio sangue per il Signore. Don Andrea aveva intensamente desiderato e insistentemente chiesto di poter lasciare Roma per l’Anatolia, per essere in quella terra testimone silenzioso e orante di Gesu’ Cristo, nel rispetto delle leggi locali. La Diocesi di Roma, pur nel grande dolore, e’ orgogliosa di lui e ringrazia il Signore per questa fulgida testimonianza nell’umile certezza che da essa nascera’ nuova vita cristiana”.
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