Politica
Aver paura di Hamas?: La storia. «Io, cristiano sotto le bandiere verdi»
Hosam al-Taweel, 40 anni, candidato cristiano indipendente in Hamas per larea di Gaza, il 26 gennaio ha conquistato il suo seggio. In questa intervista spiega le ragioni della sua scelta.
di Redazione
di Angela Lano
Hosam al-Taweel, 40 anni, candidato cristiano indipendente in Hamas per l?area di Gaza, il 26 gennaio ha conquistato il suo seggio. In questa intervista spiega le ragioni della sua scelta. Domanda: Come descriverebbe le sue relazioni con Hamas? Hosam al-Taweel: Ho discusso il mio programma elettorale, denominato Addressing Minds (Indirizzare le coscienze), con tutti i partiti nazionali e islamici e ho ottenuto il loro appoggio. Il mio programma non è specifico per i cristiani, ma è disegnato per tutti i palestinesi. Ciò che abbiamo in comune è mantenere viva la lotta nazionale palestinese per i diritti e le libertà. Stiamo combattendo per il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi e contro la corruzione nel governo palestinese. Lo slogan della mia campagna è: «Unità ritorno giustizia indipendenza». Cristiani e musulmani, siamo uniti per una Palestina libera. I nostri antenati combatterono con il leader musulmano, Salah al-Din, contro i crociati. Noi condividiamo anche una comune sofferenza a causa dell?occupazione israeliana. Ognuno di noi ha rispetto delle credenze religiose dell?altro. Domanda: Qual è l?opinione della Chiesa riguardo al suo schieramento? al-Taweel: Ho affermato di essere un cristiano (greco-ortodosso) e di nutrire una grande lealtà nei confronti della mia ?cristianità?: sono fiero di ciò. Ma, qui, stiamo parlando di questioni politiche. Io posso ottenere il sostegno di tutti i partiti palestinesi come l?ho avuto da Hamas. Questo non disturba la Chiesa. Io non faccio discorsi differenti, uno per i musulmani e l?altro per i cristiani. Ho soltanto una parola per tutti i palestinesi, tutti insieme. Io dico loro: andiamo uniti alle elezioni del parlamento per mettere in pratica la democrazia e dire la nostra scegliendo la gente giusta al posto giusto. Allora, saremo in grado di risolvere i nostri problemi, di cambiare la nostra realtà e di creare un futuro di speranze per tutti i palestinesi. Domanda: La Chiesa la sostiene più di altri candidati cristiani? al-Taweel: No, ha una posizione neutra verso tutti. Domanda: Come vede la resistenza palestinese? al-Taweel: Tutti i popoli sotto occupazione devono lottare per liberare le proprie terre. Liberare la propria terra occupata è un diritto legittimato a livello internazionale. Dico solo ai palestinesi di usare questo diritto sotto l?ombrello dell?Onu, tuttavia hanno il diritto di decidere come, quando e dove resistere all?occupazione al fine di ottenere i fondamentali benefìci politici della loro resistenza. Domanda: E gli attentati? al-Taweel: Sono contrario al coinvolgimento di civili in entrambe le parti del conflitto. Ma anche gli israeliani non devono coinvolgere i civili, che è ciò che hanno fatto quando un F-16 ha colpito la casa dello Shaikh Salah Shehadi e ha ucciso circa 18 civili, donne e bambini compresi. E loro la chiamano ?operazione sicurezza?. Ma quando i palestinesi eseguono un?operazione in cui i civili sono feriti o uccisi, loro parlano di ?atto terroristico?. Io preferisco che entrambe le parti lascino in pace i civili. Lei crede che i piani di pace – come gli accordi di Oslo del 1993 -, firmati tra gli israeliani e l?OLP, funzionino?