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Iva sulle donazioni. Così lo Stato ruba i giochi ai bambini. Il caso di Abio
di Paolo Manzo
Lo Stato porta via i giochi ai bambini ammalati. Sembra una storia inverosimile, invece, purtroppo è assolutamente vera. La denuncia viene dall?Associazione per il bambino in ospedale, fondata nel 1978 e che a oggi può contare su un esercito di 3mila volontari. Spiega Regina Sironi, la segretaria generale dell?associazione: «Quest?anno l?Abio ha raccolto la bellezza di 690mila euro, attraverso Missione Bontà Ospedale Amico. Un?iniziativa che ci ha permesso di realizzare 31 sale gioco per bambini malati negli ospedali italiani, e di creare altrettanti centri di volontari che allietano la permanenza dei piccoli malati con giochi di vario tipo. Il successo della nostra iniziativa è stato enorme, come testimonia la cifra raccolta: 208mila euro donati dalle famiglie tramite l?iniziativa legata al Dash e i restanti donatici direttamente dalla Procter & Gamble».
E allora perché è tanto arrabbiata questa gentile signora che, per modi e spirito, sembra il paradigma ideale del perfetto volontario? «La cosa incredibile è che sul totale delle donazioni raccolte e da noi girate agli ospedali sotto forma di arredi e giochi, 230 milioni di vecchie lire le abbiamo dovute versare allo Stato italiano, per pagare l?Iva». Già, quello stesso Stato che si contraddistingue per il più basso tasso di deduzione fiscale delle donazioni, con un misero 2% (in Gran Bretagna e Usa le donazioni sono detraibili fino al 100%?), fa pagare l?Iva anche sui? soldi donati dagli italiani. Ma non c?è una legge, la 266/91, che dichiara esenti da Iva tutti gli strumenti che l?associazione utilizza per raggiungere i propri fini istituzionali? «Sì, la legge c?è da oltre 10 anni», spiega la Sironi, «ma quando l?Abio ha chiesto delucidazioni all?ufficio imposte di Milano, ci hanno risposto che l?acquisto di giocattoli non rientra tra le categorie esenti. Ed è stato inutile spiegare che quello è proprio il fine istituzionale della nostra associazione: finché non sarà emanato un regolamento attuativo, ci hanno spiegato, il 20% di Iva lo dobbiamo versare».
Ha dell?incredibile pensare che le donazioni di famiglie e aziende devono essere ridotte di un quinto. E allora viene in mente una delle promesse fatte da Berlusconi in campagna elettorale: deduzione totale delle donazioni alle onlus. Sul tema la Sironi è più realista del re: «Mi accontenterei che il regime Iva italiano fosse assimilato a quello europeo, che si aggira attorno al 4%. Nel caso di Missione Bontà Ospedale Amico, avremmo potuto regalare giocattoli e arredi in più per circa 200 milioni di lire. E invece?».
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