Agenda 2030

Sostenibilità, non possiamo perdere un altro decennio

Una delegazione del Comitato economico e sociale europeo- Cese partecipa al Forum politico di alto livello all’Onu di New York, evento fondamentale per lo sviluppo sostenibile, i cui obiettivi sono messi a rischio dalle molte crisi globali. Un intervento del presidente Oliver Röpke per VITA

di Oliver Röpke




A otto anni dal lancio dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, le molteplici crisi globali che ci troviamo ad affrontare mettono seriamente a rischio il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, Sdgs). Tuttavia, in questo contesto, gli Obiettivi rimangono il nostro faro e la nostra bussola, l’unica prospettiva universale che abbiamo per la pace, la prosperità socioeconomica e la sostenibilità ambientale.

La mancata attuazione dei principi sanciti dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile in termini di inclusione sociale, energia pulita, accesso universale ai servizi pubblici, consumo e produzione responsabili porterà a un ulteriore aumento delle crisi e delle rivalità geopolitiche. La mancata attuazione degli Obiettivi andrà anche a danno delle imprese e della competitività futura: secondo l’ultima relazione del Forum economico mondiale, le crisi ambientali e sociali sono da annoverarsi tra i rischi predominanti a livello globale nei prossimi anni.

Oliver Röpke



Una delegazione del Comitato economico e sociale europeo (Cese) partecipa, fino al 19 luglio, al Forum politico di alto livello all’Onu di New York, un evento fondamentale per l’attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Per la prima volta, l’Ue presenterà una revisione volontaria, a livello dell’Unione, dei progressi compiuti per l’Agenda 2030, alla quale il Cese ha contribuito fornendo le opinioni collettive della società civile.

In che modo possiamo cogliere questa opportunità, come società civile organizzata, per garantire che gli Obiettivi di sviluppo sostenibile riacquistino centralità nell’agenda politica? In che modo il Cese fa sentire la propria voce?

Pur riconoscendo la leadership dell’Ue in ambito globale, abbiamo bisogno e vogliamo che l’Ue investa ancora di più nella credibilità degli Sdgs e guidi gli sforzi internazionali per accelerarne l’attuazione. Dal momento che la geopolitica è diventata più complessa, e le fake news e la disinformazione si diffondono, non sono solo gli Obiettivi di sviluppo sostenibile a essere in gioco, ma la nostra democrazia in generale.

Attraverso eventi collaterali e riunioni bilaterali con funzionari delle Nazioni Unite al più alto livello, con rappresentanti di grandi gruppi e altre parti interessate, trasmetteremo messaggi forti sull’importanza di garantire un coinvolgimento strutturato e significativo dei gruppi della società civile, delle organizzazioni giovanili, dei gruppi femminili, delle imprese e dei sindacati, quali elementi chiave per promuovere il progresso degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Sono inoltre essenziali politiche coerenti e una strategia globale per gli Obiettivi. Da qui al 2030, il Cese è pronto a continuare a fare la sua parte per accelerare l’attuazione dell’agenda e rafforzare il suo ruolo di spazio di incontro della società civile per dialogare con i responsabili politici.

Le persone e il pianeta non possono permettersi di perdere un altro decennio. A soli sette anni dal 2030, il mondo deve essere guidato nella giusta direzione. Dobbiamo impegnarci realmente in una transizione giusta e coinvolgere tutti in questo percorso. Non è un compito da lasciare alle generazioni future, né un lavoro da lasciare ai prossimi governi.
È un compito che va svolto oggi. È il compito di coloro che sono responsabili in questo preciso momento. Non c’è tempo da perdere.

La foto di Oliver Röpke è del Comitato economico e sociale europeo.
Foto di apertura: Noah Buscher per Unsplash

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