Sostenibilità

Ecomondo: una moratoria sino alle elezioni

La commissione Ambiente del Senato ha approvato stanotte il decreto che dà attuazione in materia ambientale. Su VITA 04/2006, speciale sulle grandi opere e una proposta WWF

di Fulco Pratesi

Siete sempre quelli del No! Frenate lo sviluppo! Possibile che non sappiate far altro che ostacolare le ?magnifiche sorti e progressive?? Queste le accuse – fortemente reiterate negli ultimi mesi – che si rivolgono ai movimenti ambientalisti, attribuendo loro (in realtà una forza di poche migliaia di attivisti) un potere d’interdizione immenso. Se l’opposizione a grandi opere, come il Ponte sullo Stretto di Messina, il Mose di Venezia, altre autostrade inutili e la Tav in Val di Susa può far pensare a prese di posizione estremiste e velleitarie di chi milita sempre e dovunque sul fronte opposto allo sviluppo, le proposte alternative sono numerose e ben documentate. Vediamo quali sono. Se si considera che molti paesi, soprattutto in Sicilia, ricevono l’acqua nelle abitazioni solo poche ore alla settimana, un’opera urgente e meritoria dovrebbe essere quella di sistemare le reti idriche, collegarle meglio con i bacini di raccolta, creare potabilizzatori e desalinizzatori nei luoghi più carenti di acqua potabile. I miliardi impiegati per accorciare di poche decine di minuti i viaggi in treno sulle tratte più frequentate, potrebbero essere meglio utilizzati per rendere quelli normali, soprattutto per i pendolari, meno tragici. Raddoppiando i binari su molti tratti, elettrificando linee, rivitalizzando ?rami secchi? irresponsabilmente tagliati, rendendo più vivibili le stazioni, mettendo in sicurezza e in pulizia i treni, lanciando con ogni mezzo una campagna per l’uso della ferrovia, si creerebbe una grande alternativa al pericoloso, ingombrante, energivoro e inquinante trasporto su gomma. Soprattutto in vista degli obiettivi posti dal Protocollo di Kyoto. Ancora: dando mezzi e fondi alle aree protette perché sempre di più intensifichino la loro azione di tutela ambientale e sviluppo socioeconomico per le popolazioni in esse inserite (anche acquisendo foreste, scogliere, pascoli e paludi). E poi incentivare le autostrade del mare ancora in alto mare, restaurare i centri storici minori per un turismo sensibile e intelligente. Ancora, invece di svendere spiagge demaniali, creare un demanio naturalistico soprattutto lungo le coste e nelle piccole isole, sul modello di quanto fanno il Conservatoire du Litoral francese o il National Trust britannico. Tutte opere razionali, intelligenti e positive che hanno però il grande difetto di non essere vistose e megagalattiche, disponibili per inaugurazioni e tagli di nastri come quelle adorate dai politici. E allora, a poco meno di due mesi dalle elezioni, il WWF chiede una moratoria nazionale sui progetti della Legge Obiettivo, un lungo elenco di opere e non un’indicazione delle priorità di cui il paese ha bisogno. A maggior ragione per un’opera faraonica come il ponte sullo Stretto di Messina.

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