Famiglia
Francia: schiavitù, nasce la giornata della memoria
Con un decreto presidenziale, il 10 maggio di ogni anno la Francia ricorderà la schiavitù
Dopo aver deciso la cancellazione di un articolo di legge che obbligava l’insegnamento del ”ruolo positivo” della colonizzazione, oggi il presidente francese Jacques Chirac ha annunciato che il 10 maggio di ogni anno la Francia ricordera’ la schiavitu’ e la sua fine. La societa’ francese si e’ scoperta divisa e debole di fronte allo sforzo delle sue componenti africane, maghrebine e degli attuali territori d’oltre mare di trovare ancoraggi nella propria cultura ma soprattutto nella propria identita’ storica.
”La grandezza di un paese e’ quella di farsi carico di tutta la sua storia. Con le sue pagine gloriose ma anche con le zone d’ombra. La nostra storia e’ quella di una grande nazione, guardiamola con fierezza” ha detto Chirac al comitato che oggi gli ha consegnato gli approfondimenti che hanno portato alla scelta della data della giornata dedicata alla memoria della schiavitu’. ”La Repubblica e’ incompatibile con la schiavitu’ ” ha ricordato il presidente; nella Repubblica le tensioni razziali sono forti e le battaglie nelle banlieue ne sono una manifestazione dolorosa; le tensioni etniche si fondono con quelle religiose, con i rischi di un estremismo islamico e di un terrorismo diffuso e difficile da prevenire ed estirpare. Anche tutto questo puo’ inserirsi nel quadro delle scelte fatte dall’Eliseo, convinto che all’origine del razzismo ci sia proprio la schiavitu’ e il suo disprezzo verso la gente di pelle nera.
Tanto da spingerlo a spiegare ad un gruppo liceali proprio oggi lo spirito del ”codice nero”, un editto reale del 1685 sulla schiavitu’. Ma la riflessione parte da piu’ lontano. Gia’ nel 2001 la Francia aveva approvato, primo paese al mondo, una norma – la legge Toubira – che riconosce la schiavitu’ come un crimine contro l’umanita’. E la data di approvazione di quel testo e’ stato fissato come giorno della memoria, contro le pressioni di numerose organizzazioni che spingevano invece per il 23 maggio, giorno nel quale nel 1998 si era svolta una marcia, alla quale avevano preso parte 40 mila francesi originari di Reuinion, delle Antille e di Guyana. Le Monde riconosce a Chirac di non aver ”barato con la storia”: nel 1995 aveva riconosciuto per la prima volta le responsabilita’ dello stato francese nella deportazione di migliaia di ebrei durante la seconda guerra mondiale; due anni fa aveva reso omaggio al contributo dei combattenti maghrebini ed africani alla guerra di Liberazione.
Resistenze a queste scelte ve ne sono state molte ed esemplare e’ la difficolta’ con cui il paese ancora si confronta con un esempio recente della sua storia, l’indipendenza dell’Algeria; una storia, quella tra la Francia e la sua ex colonia, ”di violenza, sangue e morte che si e’ scritta durante 130 anni, a partire dal 1830” aveva rilevato Le Monde ricordando nel 2004 i 50 anni della guerra di liberazione di quel paese. Una scelta, quella di Chirac, secondo alcuni da applaudire anche perche’ il primo passo verso una risposta al problema e’ riconoscere che esiste. Ma attenti, aveva affermato il filosofo Alain Finkielkraut, al crescere ”delle nuove rivendicazioni delle memorie” anche perche’ il modello Shoah ”plana oramai su tutti gli orrori collettivi” mentre non ci potra’ essere riconciliazione tra neri, ebrei ed arabi fatta ”sulle spalle della verita”’ La ‘question noire’ era stata sollevata ufficialmente e posta al centro del dibattito in Francia dai rappresentanti di 56 associazioni e collettivi che a fine novembre si erano trovati all’Assemblea nazionale per dare vita ad una federazione, uno strumento ”contro l’amnesia” della societa’ e i tabu’ della storia”. Questa federazione non fa capo ad alcun partito politico e fa da trait d’union tra le popolazioni di colore ”disperate” e le autorita’ ”negligenti”,aveva sottolineato allora uno dei due fondatori, Louis-Georges Tin, che aveva aggiunto:”noi vogliamo essere un gruppo di pressione, promuovere la nostra rappresentanza politica, organizzare eventi culturali, come per esempio un mese della cultura dei neri”.
Tin aveva anche accusato la scuola, i libri, la memoria collettiva per aver cancellato i neri dalla storia: senza un passato che li riconosca loro non possono che venir considerati inferiori. ”Non si possono creare dei cittadini dimenticando le loro origini”, aveva sottolinea Tin, perche’ solo quando la scuola restituira’ ai neri la loro storia potranno essere rispettati. Una Francia, quindi, dove vigano certamente la liberta’, la fraternita’ e l’uguaglianza, ma anche la diversita’. Anche a questo serve quindi la giornata della memoria, dedicata al ricordo per non dimenticare ma anche per capire.
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