Formazione

Una crescita record: 500mila i dipendenti

Il fatturato complessivo supera i 110 miliardi di euro. Ora restano aperte due sfide: allargarsi a Mezzogiorno. E avere un profilo più internazionale. Come hanno fatto i francesi

di Christian Benna

Malgrado la contrazione dei consumi (alimentari in primis, mentre è boom di hi-tech ed elettrodomestici), la grande distribuzione organizzata (Gdo) non frena la sua corsa. Anzi. Il settore (super e ipermercati, discount, grandi magazzini, mondo del franchising, centri commerciali, cash & carry) continua a crescere del 4% l?anno per un giro d?affari di 110 miliardi di euro e 500mila dipendenti a libro paga. La prossima mossa, dopo il forte presidio territoriale nel Nord Italia, è espandersi nel Mezzogiorno come dimostrano le ultime acquisizioni nel Salento di Carrefour, il secondo player del Belpaese con una quota di mercato del 9,6%. Leader incontrastato del comparto – con il 17,5% – è però Coop Italia: il colosso di Legacoop che vanta 6 milioni di soci, 160 cooperative, 1.276 punti vendita, 51.800 addetti e un fatturato di 11,5 miliardi di euro. Sullo sfondo, tuttavia, accelera la penetrazione della Gdo a capitale straniero (circa il 25%): oltre Carrefour, ci sono Auchan, Rewe, Lidl e Leclerc in partnership con le cooperativa Conad. «Il peso delle società straniere è considerevole», ammette Stefano Crippa, portavoce di Federdistribuzione, l?associazione che raggruppa il 60% degli operatori e che è recentemente uscita dall?orbita di Confcommercio. «Ma non è vero quanto si legge in giro di una pressante invasione degli stranieri. Basti pensare all?importanza di nomi tutti italiani come Bennet, della famiglia Ratti, Esselunga dei Caprotti e Pam dei Bastianello. E poi la concorrenza fa bene al mercato». Non la pensa così Pier Luigi Angeli, presidente di Federconsumo, associazione di Federcooperative (400mila soci, 6 miliardi di fatturato, 8mila occupati) che riunisce marchi come Sigma (7% di quota di mercato) e Crai, gruppo Conicoop (Legrer, Sait, coop operaie Trieste e coop Alba). «È sì decisiva la presenza di aziende italiane nel settore», dice Angeli, «perché le società estere tendono a tutelare i prodotti dei propri paesi a discapito del nostro territorio». Le coop targate Italia coprono il 30% della Gdo dello Stivale. «Eppure», commenta Livio Camilli, direttore di Federconsumo, «non c?è la capacità di internazionalizzare come fanno i nostri dirimpettai francesi». A tutela del potere d?acquisto del consumatore, l?universo delle cooperative ha anche messo a punto una strategia di controllo sui prezzi. Si chiama Centrale acquisti e si tratta di un accordo tra Sigma, Conad, Coop e Despar per comprare grandi lotti di beni ottenendo un margine considerevole di risparmio. Invece sul fronte del credito al consumo la grande distribuzione sta avendo un effetto volano. Secondo un ricerca di Assofin-Crif, il finanziamento agli acquisti della Gdo si attesta intorno allo 0,5 – 1,5% sul totale delle vendite complessive.


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