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Darfur, i cargo padani in corsia preferenziale

Scooperation /Le stranezze di quei cargo "padani" in Darfur fanno rizzare i capelli di chi opera nell’umanitario internazionale...

di Paolo Manzo

  • Le stranezze di quei cargo “padani” in Darfur… … fanno rizzare i capelli di chi opera nell?umanitario internazionale. A cominciare dal nome del progetto, Guerrieri per la pace, il cui project leader è nientepopodimenoche Sara Fumagalli, responsabile dell?associazione Umanitaria Padana onlus ma, soprattutto, moglie del ministro Castelli. A parte le ?stranezze? semantico-semiologiche del nome del progetto (attivo anche in Iraq e Afghanistan, dove di guerrieri già ce n?è a iosa), ciò che colpisce è il materiale trasportato nel 2005 su un cargo del Programma alimentare mondiale. Un alto responsabile del Pam in vena di confidenze ha spiegato a Vita che in Darfur sono stati inviati letti per ospedali e comodini in quantità ?irrisoria? per giustificare un volo. Al punto che lo stesso era stato bloccato a Brindisi, sino alla telefonata ?sollecitatrice? del ministro-marito… Gulp!
  • Lo statuto dell’Associazione Ong Italiane… ? deve essere riformato perché, in un?epoca di stagnazione (economica, intellettuale, politica) è giusto che almeno le parti più vive del paese si rinnovino. Voci bene informate dicono che obiettivo della riforma sia togliere l?incompatibilità della presidenza dell?Associazione delle ong italiane con altre cariche pubbliche, financo politiche. La cosa non ha suscitato nel sottoscritto lo scandalo che molti si attendevano e il motivo è semplice. Forse domani un ?onorevole-presidente dell?associazione? eviterà di dimenticarsi del settore con i voti del quale è stato eletto in Parlamento. Come è successo in passato. La doppia carica, insomma, più che segno d?ambiguità potrebbe persino far sì che una parte particolarmente tartassata dalla politica come le ong abbia finalmente chi la difende. In Parlamento.
  • I paradossi dell’Unione Africana… ?balzano all?occhio appena si osserva il processo che, lunedì 23 gennaio, ha portato alla guida dell?organizzazione regionale africana il presidente congolese Denis Sassou-Nguessou. A parte il fatto che questo colonnello assunse per la prima volta il potere nell?ormai lontano 1979 (come dittatore) e che, dopo alterne vicende – ossia guerre civili e migliaia di morti – sia stato ?rieletto? nel 2002, il punto è che la nomina di Sassou-Nguessou è un successo se si considera che, al suo posto, l?alternativa era il presidente sudanese Omar al-Bashir, accusato di genocidio e costretto a ?passare la mano?. Il paradosso è che la non nomina di Bashir al vertice dell?Unione Africana è stata solo rimandata di un anno. Nel 2007 sarà lui a guidare l?Ua che – detto per inciso – ha parecchie truppe in Darfur… a vigilare che il Sudan rispetti i diritti umani!

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