Formazione

La vittoria di un leader pacifico

Kosovo. Il cardinal Scola: «Le ultime parole di Rugova». Il patriarca di Venezia ha incontrato il presidente del Kosovo sul letto di morte

di Redazione

Ibrahim Rugova se n?è andato a 61 anni, sabato 21 gennaio, consumato da un tumore. Intellettuale, discepolo di Roland Barthes, è stato presidente nel lunghissimo dopoguerra che non ha ancora portato a compimento il suo sogno: l?indipendenza del Kosovo. In Rugova, il Ghandi dei Balcani come veniva chiamato, si esprimeva una radicata cultura della convivenza tra religioni ed etnie che proprio in Kosovo si era radicata nell?ultimo secolo, e la sua cultura nonviolenta è stata punto di riferimento per tutti coloro che nel mondo credono alle ragioni e alla possibilità di una convivenza tra culture e religioni. Qualche giorno prima di morire, saputo della presenza del Patriarca di Venezia, il cardinale Angelo Scola, a Pristina (per i funerali del vescovo Mark Sopi), Rugova, che pure da giorni non voleva più vedere nessuno, ha chiesto di poterlo incontrare. Il cardinal Scola ha voluto ricordare quell?incontro ai microfoni della radio diocesana Gv radio, che ha concesso a Vita la pubblicazione dell?intervista. Domanda: Patriarca, quali emozioni dall?incontro con Rugova? Angelo Scola: Emozioni legate per me alla percezione che quando un uomo persegue nella sua vita con concretezza un ideale, questo è più forte di qualunque contraddizione. Rugova è stato un uomo che, dalla poesia e dalla letteratura, dai suoi studi di filologia è stato aiutato a penetrare con profondità e con larghezza il senso di appartenenza al suo popolo e ha capito che non poteva, di fronte al bisogno percepito dopo la morte di Tito, isolarsi nell?empireo delle lettere, ma doveva giocarsi nel concreto. La verifica dell?ideale sta nel reale. L?ideale in senso pieno non è una teoria o un?ideologia, ma un impegno con la realtà che verifica la realtà stessa, che dimostra che la realtà è vera. Rugova, attraverso prove enormi, ha saputo accompagnare il suo popolo in tutti questi anni. La sua figura, con la sua testimonianza, ha vinto contro tutti, ha vinto anche contro questo terribile cancro. Perché questa sua morte non spegne la sua figura. Parlare con lui, per la delicatezza del suo tratto, per la profondità sobria ed essenziale del suo stile comunicativo, in un momento drammatico della sua vita, mi ha come confermato che si può essere uomini così, che noi abbiamo bisogni di leader sociali, culturali e politici di questa statura. Domanda: Quali sono stati i contenuti del dialogo? Scola: Il primo è stato un cordoglio non formale, ma l?evocazione di un?amicizia con il vescovo Mark Sopi. Rugova mi ha parlato di Sopi brevemente, ma esprimendo un?amicizia profonda e testimoniando come, nel rispetto delle diverse funzioni, i due hanno lavorato molto insieme. In un secondo momento Rugova ha espresso la sua considerazione per il peso dei cattolici in Kosovo, la sua stima per Giovanni Paolo II e oggi per Papa Benedetto XVI, quindi la coscienza della funzione di ponte che i cattolici hanno avuto e stanno avendo in questa fase finale per cercare la nuova fisionomia del paese. Era contento che il Comune di Pristina avesse donato in centro il terreno per costruire la cattedrale cattolica dedicata a Madre Teresa, sentita come simbolo di unità per tutta la nazione. Il terzo momento è stato legato alla prospettiva per il Kosovo, che per Rugova dovrebbe andare verso un?indipendenza, sostenuta da organismi internazionali, capace di lasciar convivere in dialogo, cooperazione e collaborazione, albanesi, rom, serbi e tutte le minoranze. Tutto questo potrebbe avvenire secondo lui in un?Europa capace di una corresponsabilità energica verso le nuove realtà emergenti. E in questo contesto ha anche parlato della necessità dello sviluppo sociale ed economico, che secondo lui dovrà essere legato all?energia elettrica, ai minerali speciali e ai giovani e alla loro educazione come grande risorsa per il futuro. Alla fine mi ha regalato due minerali preziosi, che sono per lui espressione di attaccamento e amore profondo per la sua terra, a conferma della concretezza del suo legame con il reale, cui ho fatto cenno prima. Domanda: Di Rugova si dice che si sia battezzato in segreto. Che impressione ha avuto del suo rapporto con la Chiesa cattolica? Scola: Ho avuto l?impressione di una grande stima per il mondo cattolico, ma in nessun modo mi posso esprimere su una questione così delicata come quella di un eventuale suo battesimo. Posso dire che, alla fine del colloquio, Rugova con grande sforzo ha voluto baciarmi l?anello, mi colpisce come segno di rispetto verso il Papa e la Chiesa. è una cosa che non fanno più neanche molti cattolici.

  • Chi era Ibrahim, Ghandi dei Balcani Ibrahim Rugova, 61 anni, pacifista, è stato il capo storico dell?autonomia kosovara. Alle elezioni del 92 fu eletto presidente della autoproclamata Repubblica del Kosovo. Rifugiatosi in Italia durante il conflitto del 99, Rugova rientrò sulla scena politica scalzando alle amministrative del 2000 i due partiti nati dalle ceneri dell’Uck, e a restare prima forza politica della provincia in tutte le successive votazioni, comprese le politiche del 2004. Quando fu rieletto per la seconda volta presidente del Kosovo.

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