Volontariato

Volontariato: don Cecconi, equivoci con impresa sociale

Un intervento dell'ex-vicedirettore della Caritas, in vista della Conferenza nazionale di Arezzo

di Giampaolo Cerri

«L?ipotesi dell?attuale Governo di una legge quadro sull?impresa sociale che includa anche il volontariato (alla conferenza di Arezzo se ne dovrebbe sapere qualcosa di più) non sembra contribuire a diminuire gli equivoci». Lo scrive don Antonio Cecconi, già vicedirettore della Caritas nazionale, in un commento scritto per Toscanaoggi, il settimanale dei vescovi toscani in edicola oggi. Secondo Cecconi, «il punto di distinzione ? e perché no? ? di forza del volontariato rispetto alle altre componenti sta nella sua libera e gratuita iniziativa, nella possibilità di scegliere in quale campo agire, di quali bisogni e povertà occuparsi, a quali ideali e valori attingere. Anche nell?indipendenza da contributi pubblici, e però ultimamente la possibilità di accedere a finanziamenti non sempre aiuta il volontariato». Per il sacerdonte «non si tratta di fare una classifica di merito o di ?purezza?: è normale e giusto che un?impresa sociale agisca tenendo conto di vincoli di bilancio, costi del lavoro, doveri derivanti dal rapporto con le istituzioni pubbliche. Ed è altrettanto logico che la continuità dei servizi alla persona non possa dipendere dalla scelta dei cittadini di impegnarsi o no nel volontariato».


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