Welfare

Droga, un testo light per chiudere la legislatura

Dipendenze. Rush finale per una discussa proposta

di Redazione

Legge sulla droga, terzo e ultimo atto. Dopo l?accantonamento definitivo dei 105 articoli del ddl Fini e la modifica dei 20 articoli dello stralcio Giovanardi (successiva alla IV Conferenza nazionale), in aula al Senato ora è atteso un testo ancora più leggero, composto da appena 18 articoli. I tempi sono strettissimi, Palazzo Madama infatti chiuderà i battenti il 29 gennaio. La via del decreto legge è quindi l?unica strada che potrà assicurare il completamento dell?iter entro la fine della legislatura. Sono tre le modifiche più rilevanti introdotte dall?ultima versione della legge, che il ministro delegato, lo scorso 10 gennaio, ha voluto portare al tavolo della Consulta degli operatori e degli esperti, finalmente al completo dopo le aspre polemiche che avevano infiammato gli stati generali di Palermo. Primo. Al contrario di quanto previsto inizialmente, il reato di spaccio non sarà definito dal semplice possesso di una quantità di stupefacenti superiore a una determinata soglia (le tabelle relative saranno, in ogni caso, elaborate nella prossima legislatura). Il superamento dei limiti costuirà, insieme ad altri, un semplice elemento indiziario. «In questo senso», commenta Riccardo De Facci, responsabile tossicodipendenze del Cnca – Coordinamento nazionale comunità terapeutiche, «siamo tornati allo status quo rispetto a quello che già accade oggi». «Questo punto in ogni caso», aggiunge Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento delle dipendenze della Asl Città di Milano, «rappresenta un cambio di tendenza sostanziale rispetto a quanto precedentemente previsto dal governo e da alcune parti della maggioranza». Secondo. Per i detenuti tossicodipendenti con affidamento in prova presso una comunità terapeutica («ma non per chi si avvale delle strutture pubbliche territoriali», si lamenta De Facci) e che abbiano concluso l?iter terapeutico, sarà possibile prolungare la permanenza in comunità fino al termine della pena. Se approvata questa misura, eviterà il reingresso in carcere dei detenuti che abbiamo portato a termine l?iter di riabilitazione in comunità. Terzo. Le comunità terapeutiche, contrariamente a quanto statuito nelle prime due versioni della legge, anche se accreditate, non potranno certificare autonomamente lo stato di tossicodipendenza, necessario per eventuali ?benefici di legge?. Saranno le Regioni o i dipartimenti delle dipendenze territoriali a stabilire quali criteri applicare. «La titolarità di questa delicata funzione rimarrà propria dei servizi pubblici e sarà attribuita anche a specifiche strutture private accreditate in caso di necessità locali opportunamente vagliate», spiega Gatti.


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