Volontariato

Arresti di massa in Nepal, appello delle ong

Amnesty International, Human Rights Watch e la Commissione internazionale dei giuristi si rivolgono al governo

di Redazione

Gli arresti, avvenuti ieri, di oltre cento dirigenti politici e attivisti della societa? civile nepalese ? tra cui Khrisna Pahadi, fondatore della sezione locale di Amnesty International ? fanno temere una nuova ondata di violenza e di violazioni dei diritti umani. Amnesty International, Human Rights Watch e la Commissione internazionale dei giuristi sono allarmati per questi sviluppi e per l?autorizzazione, conferita alle forze di sicurezza, di sparare contro chiunque sia sorpreso a violare il coprifuoco notturno. Le tre organizzazioni chiedono al governo del Nepal di liberare immediatamente tutti i prigionieri, agire con moderazione e rispettare i propri obblighi internazionali in materia di diritti umani, in vista della scadenza dell?8 febbraio in cui si dovrebbero svolgere le contestate elezioni locali. Quasi tutti i partiti politici nepalesi si oppongono a questo appuntamento, sostenendo che le condizioni locali non potranno consentire elezioni libere e regolari. ?Questi arresti, insieme alle nuove restrizioni nei confronti dei diritti civili e politici decretate la scorsa settimana, mettono in luce il continuo disprezzo per i diritti umani da parte del governo del Nepal? ? ha affermato Purna Sen, direttore del programma Asia-Pacifico di Amnesty International. Gli arresti di oltre 100 esponenti di primo piano dei partiti politici, della societa? civile e degli organismi locali per i diritti umani, combinati alle altre misure repressive in vigore, sono avvenuti alla vigilia di una serie di manifestazioni anti-governative che erano in programma nei prossimi giorni. Il governo ha imposto il coprifuoco, limitato le comunicazioni e decretato il divieto assoluto di manifestare nella capitale, Katmandu. ?Queste azioni rappresentano il tentativo del governo di ridurre al silenzio la protesta politica legittima e pacifica, piu? che mai necessaria oggi in Nepal? ? ha commentato Nicholas Howen, segretario generale della Commissione internazionale dei giuristi. ?Se il dibattito politico pacifico e? proibito, la guerra civile in corso da un decennio non terminera? mai?. Dal 1° febbraio 2005, quando il re Gyanendra ha assunto tutti i poteri esecutivi col sostegno dell?esercito, i diritti fondamentali ? tra cui quelli alla liberta? di espressione e di associazione, all?informazione e alla liberta? dagli arresti arbitrari ? sono stati sospesi. ?Gli arresti hanno l?obiettivo di sopprimere ogni voce critica nei confronti del re e di legittimare quest?ultimo attraverso lo svolgimento delle elezioni. Egli spera che riducendo al silenzio chi gli si oppone, anche la popolazione restera? zitta e muta. Questo atteggiamento sbugiarda il suo presunto sostegno ai principi democratici e allo stato di diritto? ? ha dichiarato Brad Adams, direttore Asia di Human Rights Watch. L?Unione europea, l?India e il Giappone hanno espresso seria preoccupazione per le restrizioni in corso alle attivita? politiche in Nepal e, in particolare, per l?arresto di dirigenti politici e attivisti per i diritti umani. Amnesty International, Human Rights Watch e la Commissione internazionale dei giuristi chiedono agli altri paesi della comunita? internazionale di esercitare pressioni sul governo nepalese affinche? rispetti i propri obblighi in materia di diritti umani. ?Il governo, in particolare il ministro dell?Interno, deve assumersi la responsabilita? di proteggere tutti i cittadini nepalesi. Il governo dovrebbe prendere atto che la comunita? internazionale e? fortemente preoccupata per questi sviluppi e adottare immediate iniziative per porre rimedio alle gravi violazioni dei diritti umani attualmente in corso? ? ha ribadito Purna Sen di Amnesty International. Le tre organizzazioni infine chiedono ai partiti politici nepalesi di mantenere le proprie promesse riguardanti lo svolgimento pacifico delle manifestazioni.


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