Economia

Comunità Solidali, la buona prassi fa scuola

Intervista a Grazia Fioretti, consigliere delegato del consorzio Comunità Solidali

di Redazione

Obiettivo: migliorare i servizi alla persona. Strumento: un marchio collettivo europeo regolarmente depositato. Nome: Comunità Solidali. Requisiti: 97, ripartiti in cinque macro aree: politiche, leadership e risorse umane, risorse strutturali, modalità organizzative, strategie di intervento, valutazione e miglioramento della qualità. Il meccanismo è semplice. Se al termine della valutazione un numero di requisiti uguale o superiore al 50% ottiene un punteggio uguale o superiore a 3 (la scala va da 0 a 5), l?unità operativa può accedere al marchio, altrimenti ne viene esclusa sino a quando non è in grado di assicurare gli standard minimi. Grazia Fioretti, consigliere delegato del consorzio Comunità Solidali, a cui da 12 anni Cgm ha trasferito il coordinamento dell?area salute mentale, dall?estate 2004 ha seguito, giorno dopo giorno, i primi passi di questo marchio innovativo. Un progetto che da quest?anno sarà esportato anche alle aree disabilità e anziani. SJ: Che bisogno c?era di inventarsi un?etichetta di qualità per strutture psichiatriche? Grazia Fioretti: Avevamo due ordini di priorità. La crescita di identità interna, attraverso la condivisione delle buone pratiche, ma non a scapito delle tipicità locali, e il miglioramento della reputazione esterna. SJ: Quante sono le realtà che si avvalgono del marchio? Fioretti: Solo sulla psichiatria contiamo 73 unità operative con una media di 10 pazienti l?una. Tutte aderenti al circuito Cgm. Di questa galassia solo 5 unità non hanno ancora aderito al marchio. SJ: Come avete elaborato la griglia di valutazione? Fioretti: Il manuale di riferimento è frutto del lavoro di un comitato scientifico. SJ: Come funziona nel concreto il meccanismo? Fioretti: Ogni unità operativa una volta l?anno è tenuta alla compilazione dei test sui 97 requisiti. Conclusa la fase di autovalutazione, inviamo sul posto una squadra di valutatori, la nostra ?guardia di finanza?, con il compito di verificare la veridicità delle risposte. In questa fase raccogliamo anche le esigenze delle varie cooperative in modo da predisporre corsi di formazione ad hoc; per esempio sulle tecniche di monitoraggio, sulla motivazione degli operatori o la relazione d?aiuto con i pazienti. SJ: Che tipo di reazione hanno avuto gli operatori? Fioretti: Di sicuro non ci aspettano a braccia aperte. Anzi, in molti si sono lamentati dell?impegno richiesto, anche se poi hanno riconosciuto l?efficacia del sistema. L’identikit Il consorzio garantisce Il consorzio Comunità Solidali è stato promosso nel 2003 dalla rete Cgm ed è una delle sue società partecipate. Sono soci di Comunità Solidali diversi consorzi di coop sociali Cgm che operano nella salute mentale. Comunità Solidali gestisce lo sviluppo della rete e l?eccellenza nella salute mentale, sia attraverso il marchio collettivo Comunità Solidali, che la sperimentazione di buone prassi.


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