Economia

Penalizzati dal massimo ribasso

La certificazione è una condizione per restare sul mercato. Ma ha innescato dinamiche molto positive anche all’interno delle cooperative. Parla Monica Maggio

di Benedetta Verrini

Stare al passo con le esigenze del mercato e affrontare una radicale riorganizzazione interna: queste sono le due esigenze fondamentali che hanno guidato il consorzio Cs-Cooperazione e solidarietà di Potenza in un percorso d?eccellenza verso la qualità. «Su una base di 40 soci, attualmente 7 cooperative hanno la certificazione di qualità e altre 6 l?acquisiranno tra la fine del 2006 e il 2007», spiega Monica Maggio, responsabile qualità del consorzio. L?esigenza ?commerciale? è abbastanza chiara: i bandi della Regione Basilicata (che, con una scelta strategica, ha messo a disposizione fondi per le cooperative e gli enti che si vogliono certificare), sempre più spesso richiedono la certificazione di qualità come condizione all?ammissione o come elemento di rilievo sul punteggio. «Pertanto», spiega la Maggio, «questa diventava un?acquisizione determinante per restare sul mercato ed essere competitivi». Ciò ha portato anche a un?evidente trasformazione interna delle cooperative, «una sorta di ristrutturazione organizzativa», prosegue la responsabile, «che è partita dall?attribuzione chiara a ciascun socio di funzioni, compiti e strumenti e ha finito poi per innescare una nuova modalità di lavoro ?in équipe?, come una squadra in cui ciascuno è consapevole del suo ruolo e lavora anche in funzione delle esigenze dei colleghi». La certificazione, che forse non a caso è partita dalle cooperative di Cs impegnate in un settore delicato come quello della salute mentale («ben 6 sulle 7 certificate»), ricade direttamente anche sull?utenza. «Certo, perché chi ha usufruito dei nostri servizi sa di poter agevolmente fare osservazioni ed esprimere eventuali insoddisfazioni», continua la Maggio. «Lo stesso dialogo avviene con il committente: al di là delle verifiche imposte dai capitolati dei bandi, infatti, l?ente pubblico può esprimere osservazioni sia sulla qualità dei nostri servizi sia sulla qualità delle prestazioni operative della coop, come la capacità di rispondere rapidamente a una richiesta o di fornire dati e documenti. Tutto questo prima della certificazione non esisteva, e rappresenta un grande passo avanti ». Certo, la qualità è un grande traguardo che nelle gare al massimo ribasso rischia di non essere riconosciuta fino in fondo: «L?ente pubblico chiede la certificazione», dice la Maggio, «ma poi il nostro sforzo per conseguire uno standard di lavoro che va ben oltre il semplice ?bollino?, non viene riconosciuto in termini di gestione e ci penalizza se la gara punta al massimo ribasso».


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