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San Dona’ di Piave difende la Legge 185

San Dona' di Piave (VE) si aggiunge ai tantissimi comuni aderenti alla campagna in difesa della Legge 185

di Redazione

Secondo l’ordine del giorno, approvato dal Consiglio Comunale di San Dona’ di Piave in data 19 settembre 2002, in difesa della legge 185, anche San Dona’ di Piave difende la Legge 185. Ce lo comunica Toso Guido del gruppo Emergency Citta’ del Piave. Che ci allega il documento.

  • San Dona’ di Piave

    Ordine del Giorno
    (presentato dai sottoscritti Consiglieri Comunali)

    Visto che

  • il Parlamento italiano sta discutendo un disegno di legge d’iniziativa governativa (Atto Camera 1927) in materia di industria della difesa;

    e che

  • il progetto prevede la ratifica dell’accordo quadro sottoscritto dall’Italia e da altri cinque Paesi europei il 27 luglio 2000 per “facilitare la ristrutturazione e le attività dell’industria europea per la difesa” ed è stato già licenziato dalla Camera il 26 giugno 2002;

    e che

  • tale accordo imporrebbe il “tempestivo adeguamento della nostra normativa” e, infatti, 10 dei 14 articoli che compongono il testo proposto sono volti a modificare la legge n. 185 del 1990 che disciplina attualmente l’import-export di armi nel nostro Paese;

    e che

  • la novità più rilevante è costituita dall’introduzione di un nuovo tipo di autorizzazione per il commercio delle armi, la “licenza globale di progetto”, riferita ai programmi intergovernativi o industriali congiunti ai quali le imprese partecipano e ai quali non si applicheranno più le
    norme sulle trattative contrattuali, rendendo meno trasparenti e controllabili tutte le operazioni.

    Considerato inoltre che

  • le norme sulle attività bancarie relative a questo nuovo tipo di “licenza globale” verranno modificate, non essendo più notificate al Ministero del Tesoro e da questo autorizzate, e non comparendo più nello specifico capitolo dell’annuale Relazione al Parlamento;

    e che

  • in nome della “razionalizzazione”, della “competitività” e della “identità europea” verrà stravolta una legge ritenuta da tutti “severa e rigida” e che ha fatto del nostro Paese uno dei più avanzati al mondo per aver provveduto a regolare il commercio delle armi nel rispetto dei diritti umani, della promozione della pace e della trasparenza;

    e che

  • anche il riferimento al “Codice di condotta dell’Unione Europea per le esportazioni di armi” (che non è assolutamente vincolante) costringerebbe l’Italia a rinunciare alla propria normativa nazionale che in questo verrebbe peggiorata;

    IL CONSIGLIO COMUNALE

    considerando paradossale che mentre da un lato si vuole combattere una guerra totale contro il terrorismo, dall’altro si allarghino le maglie del controllo della vendita di armi con tutti i rischi che ne conseguono;

    chiede

    ai membri del parlamento di votare contro questo disegno di legge che costituisce un grave passo indietro per la pace e la giustizia;

    invita

    i Parlamentari eletti nel nostro collegio ad attivarsi affinché l’Italia si faccia promotrice, a livello internazionale, di un’iniziativa volta a una maggiore severità nel controllo del commercio di armi e ad un maggiore impegno nella prevenzione dei conflitti;

    esprime

    la propria assoluta contrarietà a qualsiasi tentativo di revisione in senso peggiorativo della legge n.185/90;

    impegna

    il Presidente del Consiglio Comunale a dare adeguata pubblicità al presente odg in particolar modo inviandone copia alle segreterie delle Commissioni Affari Esteri e Difesa del Senato della Repubblica nonché alla Segreteria del Presidente del Consiglio dei Ministri.

    Proposto da:
    Sindaco

    Capigruppo : Verdi, DS, Margherita, Rifondazione Comunista
    Approvato nella seduta del 19 settembre 2002

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