Famiglia

Un mezzo, non un fine

Social job. La qualità vista dagli utenti

di Francesco Agresti

n mezzo e non un fine, altrimenti è come metter gradi su un uniforme vuota. Gran parte del lavoro delle cooperative sociali si esaurisce con il rapporto con le persone, beneficiari diretti dell?attività imprenditoriale a cui importa poco se l?impresa è certificata quanto piuttosto che il servizio che riceve soddisfi a pieno i suoi bisogni. «Rafforzare la capacità dell?individuo», come dice il presidente della Fish, Pietro Vittorio Barbieri nell?intervista pubblicata in questa pagina, dovrebbe essere l?obiettivo delle imprese sociali di qualità. «Ed è proprio per migliorare i servizi e aumentare il grado di soddisfazione degli utenti che le imprese sociali stanno investendo sulla qualità», spiega Stefano Maines, amministratore delegato del consorzio Consolida di Trento. «Nelle coop sociali generalmente c?è sempre stata attenzione alla qualità del servizio. Nei primi periodi passava per la formazione delle persone, per la condivisione di un sistema di valori, mentre meno attenzione era riservata alla qualità del processo che porta all?erogazione del servizio. Maturata la consapevolezza che la qualità del servizio erogato passa anche per la qualità del processo e dell?organizzazione che gestisce questo processo, le cooperative sociali hanno iniziato a focalizzare l?attenzione su questi due aspetti senza mai perdere di vista l?approccio multistakeholder cercando di condividere anche le scelte interne».

Le imprese sociali che hanno investito, o stanno investendo sulla qualità, si sono trovate alle prese con modelli standardizzati e fin troppo ingegneristici. Ottenuta la certificazione molte imprese sociali, con l?insostituibile lavoro dei consorzi, sono andate oltre cercando di mettere a punto strumenti di rilevazione, monitoraggio e controllo che tengono conto della qualità percepita dagli stakeholder esterni, in particolare dai fruitori diretti dei servizi. Cgm ha definito dei marchi: Pan per i servizi all?infanzia e Comunità Solidali per quelli ai disabili psichici. Altre cooperative sociali sono alle prese con la costruzione di strumenti (come ad esempio la Carta dei servizi partecipata) che permettono di sviluppare tutti gli aspetti di un concetto multidimensionale come quello della qualità.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.