Cultura

Serve il collaudo civico

Parla Pietro vittorio barbieri, presidente della federazione superamento handicap

di Sara De Carli

Prima le aziende, poi la scuola, ora le coop. A Pietro Vittorio Barbieri, presidente della Fish, abbiamo chiesto di raccontarci come gli utenti stanno vivendo l?affacciarsi della cooperazione sociale al sistema della qualità. SJ: Che giudizio dà su questo processo? Pietro Vittorio Barbieri: Il mio può sembrare un giudizio tranchant, ma credo corrisponda alla realtà. Il sistema di valutazione della qualità è interessante perché basato sulla valutazione di un processo e non di un prodotto. Però rischia di essere formalista, qualcosa che c?è sulla carta, una questione di immagine e basta. Il punto allora è recuperare l?elemento fondamentale, che è quello di processo, e confrontarlo con una valutazione molto ristretta, che per la cooperazione sociale non può che essere quella dell?empowerment delle persone. SJ: Vale a dire? Barbieri: I servizi erogati dalle cooperative di tipo A piuttosto che l?integrazione fatta dalle cooperative di tipo B devono avere come finalità ultima una cosa precisa, cioè il rafforzamento della capacità dell?individuo: tutto ciò che non risponde a questa esigenza è qualcosa che porta fuori dall?impronta che dovrebbe avere il sistema di qualità. SJ: La sua è un?indicazione di metodo o ha anche una venatura polemica? Barbieri: Di metodo. La polemica la dobbiamo fare con altri stakeholder? SJ: Sembra più difficile valutare un processo che un prodotto. Quali criteri si possono individuare? Barbieri: Deve essere chiaro che si tratta di una sfida continua. Il raggiungimento del marchio di qualità non può essere il fine, è solo un mezzo temporaneo. Dopodiché questa cosa va rivalutata, rimessa in gioco periodicamente. L?elemento che noi possiamo offrire è quello del cosiddetto ?collaudo civico?, cioè il fatto che alla definizione del monitoraggio per la qualità ci sia una partecipazione degli utenti. Questo è un aspetto metodologico centrale. SJ: Se ci addentriamo in aree specifiche, riesce a dare delle indicazioni concrete? Barbieri: Cito due esperienze. La prima è il progetto Equal, Albergo in via dei matti numero 0: una rete di alberghi costruiti da cooperative sociali di tipo B. Come federazione abbiamo lavorato sulla garanzia che nelle cooperative vi fosse effettivamente l?empowerment delle persone, che l?integrazione lavorativa fosse una possibilità di crescita personale, non solo di essere operatori o spettatori. Un secondo esempio riguarda Unicoop Tirreno, che ha aperto un nuovo supermercato in Toscana e ha voluto che ci fosse un collaudo civico. Noi abbiamo collaborato nella progettazione del supermercato, per fare in modo che fosse accogliente per tutte le tipologie di disabilità: motorie, sensoriali e intellettive. Ci sono stati interventi sull?architettura, sui prodotti, sull?esposizione dei prodotti, e anche sulla formazione degli operatori. Sono due esempi concreti di come si può fare qualità al di fuori delle certificazioni, un metodo che però può essere ricondotto anche all?interno delle certificazioni. SJ: Cosa vi aspettate da questa svolta? Barbieri: Che generi competenza. Faccio l?esempio del ?dopo di noi?. Il rischio è di fare strutture con valenza socio-sanitaria, con competenze altissime nella prestazione medica, esami, cura, ma che perdono la valenza di ricostruzione dell?ambiente famigliare. Il problema del futuro è come la cooperazione può arrivare in maniera diversa rispetto alle grandi strutture Rsa alla costruzione di percorsi che invece ricostruiscano proprio quella comunità famigliare. Sento che ci sono buone intenzioni, noi vorremmo collaborare affinché questi principi vengano realizzati, e non diventino stereotipazioni o standardizzazioni. SJ: Crede che puntare sulla qualità sia la strada per innovare il welfare italiano? Barbieri: Se il processo di valutazione della qualità sarà condizionato dalle cose che abbiamo detto fin qui, sì. Se no rischia di essere un altro marchietto di cui tutti si possono fregiare. Identikit Una federazione a servizio dei disabili Fish- Federazione italiana per il superamento dell?handicap onlus rappresenta otto associazioni nazionali dei disabili e dei loro familiari e sette federazioni regionali. Pietro Vittorio Barbieri ne è il presidente.


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