Cultura

È l’ora del welfare della responsabilità

L’appuntamento. L’assemblea organizzativa di federsolidarietà

di Francesco Agresti

Un welfare della responsabilità – quella della politica, delle imprese sociali, dei cittadini – pluralista e partecipato, un sistema nel quale il valore e il contributo di ciascuno sia distintivo, valorizzato e promosso per le sue capacità di contribuire alla realizzazione condivisa del bene comune.
Sarà questo il modello di welfare verso cui tenderà l?azione politica e imprenditoriale di Federsolidarietà, un modello definito dalla quarta assemblea organizzativa tenuta a Roma il 17 e il 18 gennaio. Un modello scandito nei dettagli dall?intervento della presidente Vilma Mazzocco e ribadito nel confronto con i dirigenti delle cooperative sociali.

Federsolidarietà metterà in campo tutta la forza che deriva dall?essere punto di riferimento di 4.200 tra coop sociali e loro consorzi, di 161 mila soci, 122mila addetti – di cui 11mila soggetti svantaggiati – 16mila volontari, oltre ai 5mila ragazzi impegnati nel servizio civile, con un valore della produzione di 3,5 miliardi di euro e un utile di 37 milioni.

«Quella che abbiamo definito nel corso della nostra assemblea organizzativa», spiega Vilma Mazzocco, «è una piattaforma di proposte che tracciano le linee di sviluppo di Federsolidarietà, un?indicazione della direzione verso la quale si intende procedere come federazione e un mezzo di interlocuzione e dialogo con tutti gli stakeholder interni ed esterni al movimento: coop sociali e consorzi aderenti, dirigenti territoriali e nazionali a cui consegnare strumenti sempre più incisivi e utili allo svolgimento del loro ruolo; il resto del mondo cooperativo, i rappresentanti politici e delle istituzioni pubbliche, le comunità locali e i cittadini».

Un modello di welfare che Federsolidarietà intende perseguire adottando una strategia e una serie di azioni che passano per il sostegno alla diffusione dei principi di sussidiarietà orizzontale nelle legislazioni regionali, per il pieno riconoscimento del ruolo della cooperazione sociale nell?inserimento lavorativo e nelle politiche attive del lavoro attraverso misure di sostegno alla funzione formativa e un allargamento delle categorie di soggetti svantaggiati; e ancora la creazione di norme di favore per la nascita e il rafforzamento delle cooperative sociali con misure che permettano di esaltare la capacità progettuale e innovativa.

Una strategia accompagnata da un?azione di fondo finalizzata alla riduzione del costo dei servizi per le famiglie e le pubbliche amministrazioni attraverso una riduzione selettiva del costo del lavoro nei servizi sociali e una progressiva defiscalizzazione delle spese sostenute per l?acquisto di beni e servizi sociali.

Negli ultimi cinque anni, ogni cento posti di lavoro tre sono stati creati dalle cooperative sociali di Federsolidarietà, un sistema che ha dimostrato di saper gestire ritmi di crescita senza far venir meno la spinta ideale delle prime esperienze, e che a ragione rivendica un protagonismo che potrà essere rafforzato ampliando il raggio di azione delle imprese a nuove aree di intervento.

«La cooperazione sociale», aggiunge la Mazzocco, «si trova di fronte a uno scenario in forte evoluzione in cui vi è un indebolimento delle reti sociali, in cui nascono nuove forme di povertà, in cui il mercato del lavoro finisce per essere caratterizzato dalla presenza di soggetti che favoriscono condizioni di selezione avversa per tutte quelle persone che non riescono a reggere le logiche della flessibilizzazione del mercato del lavoro. In questo contesto cercheremo di sperimentare nuovi modelli produttivi in grado di coniugare efficienza e solidarietà, efficacia e partecipazione».

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