Politica

Kosovo, le strane scelte della Farnesina

Scooperation. Sui Balcani quale logica al Mae?

di Paolo Manzo

Sui Balcani quale logica al Mae?… Questa la domanda che viene da porsi dopo che la Farnesina ha bocciato il rifinanziamento di un progetto di dialogo interculturale attraverso il restauro di chiese ortodosse e moschee che un?ong italiana portava avanti dal 2000. Che fosse una reale occasione di incontro e dialogo tra la comunità albanese e quella serbo-ortodossa lo ha testimoniato il seminario svoltosi a Roma lo scorso 5 dicembre. Un evento straordinario passato sottotraccia, se è vero che, per la prima volta, i serbi hanno accettato in pubblico che un rappresentante del governo transitorio kosovaro parlasse di fronte a loro (e non qualcuno di Unmik, come di solito). Un incontro durante il quale sia l?imam del Kosovo che il portavoce dei monaci della Chiesa serbo-ortodossa hanno affermato di «doversi conoscere, capire e di voler collaborare». E l?occasione, il tramite, doveva essere proprio la seconda parte del progetto dell?ong nostrana che – però – è stato clamorosamente tagliato. Al di là del fatto che la visibilità per il sistema Italia era enorme, il lavoro era svolto in modo «straordinario» a detta del Consiglio d?Europa e di Europa nostra (la federazione che si occupa di tutela del patrimonio culturale nel Vecchio Continente); che il progetto è elogiato sia dalla Presidenza del Consiglio per bocca del rappresentante speciale di Berlusconi per l?area balcanica, Gianpaolo Scarante, sia dal presidente della Commissione esteri del Senato, Gustavo Selva (tutto fuorché pericolosi estremisti) e che, soprattutto, a detta dei bene informati del Mae, gli altri progetti finanziati nell?area (totale 4 milioni di euro) non avevano lo stesso valore aggiunto. Cui prodest? La vergogna di Putin capo del G8… ? è grande. Basti pensare al testo della nuova e controversa normativa che disciplina requisiti, attività ed eventuali sanzioni per le ong presenti in Russia, che Vita ha anticipato sul numero scorso e che è stato pubblicato il 17 gennaio dalla ?Gazzetta ufficiale? di Mosca (entrerà in vigore il 17 marzo). Risultato? Le autorità dell?Inguscezia l?hanno già applicata, revocando le autorizzazioni a tre ong – una Usa, una britannica e una tedesca – condannandole a chiudere a lasciare il Paese. La legge firmata da Putin lo scorso 10 gennaio è stata oggetto di aspre critiche da parte della comunità internazionale in quanto alcuni articoli della legge attribuiscono alle autorità russe la facoltà di giudicare come «indesiderabili», facendo ricorso ad ampia discrezionalità, le organizzazioni umanitarie attive sul suolo russo. Il primo risultato è stata l?espulsione dall?Inguscezia, gravissima se si pensa che non sono stati specificati i motivi che hanno portato alla decisione di bandire le tre ong straniere, particolarmente attive nelle missioni di solidarietà a favore delle vittime del conflitto ceceno. A quando una ferma risposta dell?Europa?


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