Formazione

Enciclica: l’amore in opera

Chiesa. Arriva il primo grande documento di Benedetto XVI. Ci sono spunti che interessano il sociale

di Lucio Brunelli

Sarà il manifesto dell?amore cristiano. Un testo di riferimento obbligato per i credenti che operano nel sociale. Ma anche un termine di confronto per quanti, non cattolici, cercano di testimoniare il valore della ?gratuità? in una società costruita sulla convenienza e il profitto. Un?enciclica sociale Sono alcuni dei contenuti di Deus caritas est, Dio è amore, l?attesa prima enciclica di Benedetto XVI. Un?enciclica che ha avuto un parto travagliato. Doveva essere pronta già a Natale. Nuove correzioni e integrazioni ne hanno ritardato l?uscita. L?ultimo rifacimento, riguardante le conclusioni dell?enciclica, è arrivato ai traduttori, messi alquanto sotto stress da questa corsa per rispettare i tempi, lunedì 16 gennaio. Il testo raccoglie un vecchio progetto di Papa Wojtyla, che aveva affidato a monsignor Paul Cordes, responsabile di Cor Unum (l?organismo che si occupa delle attività caritative della Santa Sede nel mondo) il compito di stendere una prima bozza. Ratzinger ha ripreso il progetto arricchendolo di contenuti. Nella prima parte si sofferma sulla natura e la specificità dell?amore cristiano. Sentimento, anzi sguardo sull?umano, che nasce da un dono ricevuto: il mistero di un Dio che non è rimasto nascosto, ma «ha piegato il cielo» ed è sceso in mezzo a noi. Riflette anche sull?eros, Papa Benedetto, e non lo demonizza. Ma afferma che l?eros, la passione del sentimento e del corpo, se è separato dall?agape, ovvero da una fraterna gratuità, diventa possesso, commercio, «cosificazione» del sesso e della persona. La seconda parte dell?enciclica è quella più descrittiva. Parla della carità come dell?«esercizio dell?amore da parte della Chiesa». Una storia bimillenaria, una rete di opere, istituzioni, persone soprattutto, senza le quali il mondo – anche il mondo d?oggi – sarebbe meno abitabile. La carità non come mezzo, per affermare un?utopia politica, ma come presenza, risposta ad un bisogno d?amore «qua e ora». La carità come opera Anche nella «società più giusta», afferma Ratzinger, il binomio amore-caritas sarà sempre necessario. Non è, crediamo, una svalutazione dell?impegno per la giustizia. È un di più: una dimensione con cui vivere anche le battaglie civili e politiche più aspre. Per voler davvero bene a qualcuno bisogna essere molto felici, diceva Charles Péguy. Altrimenti gli altri, i più svantaggiati, diventano solo uno strumento, per realizzare fini politici o individuali. Usati, non più oggetto di gratuità. Tutte queste cose, ed altre ancora, ci stimolerà a pensare e a vivere la prima enciclica di Papa Benedetto. E il Papa elogiò le ong «Di fronte a queste ?emergenze umanitarie?, così come ad altri drammatici problemi dell?uomo, molte persone di buona volontà, diverse istituzioni internazionali e organizzazioni non governative non sono rimaste inerti». Lo ha detto Benedetto XVI parlando al corpo diplomatico accreditato preso la Santa Sede. «Sulla base di dati statistici disponibili si può affermare che meno della metà delle immense somme globalmente destinate agli armamenti sarebbe più che sufficiente per togliere stabilmente dall?indigenza lo sterminato esercito dei poveri», ha ribadito il Papa. «La coscienza umana ne è interpellata».


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