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Israele: parte nord separata dal resto della Cisgiordania

Secondo il quotidiano Haaretz, l'esercito israeliano nega il passaggio agli abitanti dell'area settentrionale.

di Chiara Brusini

L’esercito israeliano ha di fatto separato da un mese la parte nord dal resto della Cisgiordania, negando ai circa 800mila abitanti dell’area la possibilita’ di recarsi a sud. Lo denuncia oggi una delle piu’ note giornalista di Haaretz, Amira Hass.

Fra la seconda meta’ di dicembre e il due gennaio, il blocco si applicava alle province di Tulkarem e Jenin. Poi e’ stato esteso all’area di Nablus. Inoltre gli abitanti di Tulkarem possono entrare a Nablus solo dall’ingresso a nord est, il che li costringe ad allungare la strada di decine di chilometri.

L’esercito, si legge sull’edizione online del giornale, non ha emesso un ordine in merito al nuovo regime degli spostamenti. La gente lo apprende arrivando ai posti di blocco volanti o al grande check point di Za’atara (Tapuah), al sud del quale non e’ possibile andare per i residenti del nord della Cisgiordania. In alcune ore il passaggio ai check point e’ vietato alle persone fra i 16 e i 30 anni.

Infine, sin da meta’ agosto, la principale arteria dell’area settentrionale, la strada 60, e’ chiusa al traffico palestinese per mezzo di tre cancelli d’acciaio. Fonti militari hanno riferito che sara’ riaperta solo quando sara’ completata la barriera di protezione attorno all’insediamento di Shavei Shomron.

Interpellato da Haaretz, l’esercito ha risposto che le barriere sono state erette in seguito ad allarmi dei servizi su possibili attentati da parte di organizzazioni provenienti dal nord della Cisgiordania e che il divieto di passaggio si basa su valutazioni periodiche della situazione. Eccezioni sono previste per i casi umanitari

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