Formazione

Armi: la Santa Sede per un trattato internazionale

La Santa Sede ha chiesto alla comunità internazionale la preparazione e l’adozione di un trattato che regoli il traffico delle armi leggere e di piccolo calibro. Anche contro il terrorismo

di Giulio Leben

Lo ha affermato l?Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, intervenendo davanti alla Sessione della Commissione Preparatoria Conferenza dell?ONU che avrà luogo a New York dal 26 giugno al 7 luglio 2006.

Il rappresentante del Papa ha ricordato che l?adozione, nel 2001, del Programma di Azione per prevenire, combattere e sradicare il traffico illecito di armi leggere e di piccolo calibro in tutti i suoi aspetti ?sta avendo importanti ripercussioni sulla promozione del disarmo, della pace e della ricostruzione dopo i conflitti, così come sulla lotta contro il terrorismo e il crimine organizzato?.

Per questo, ha aggiunto, la Conferenza che avrà luogo quest?anno dovrebbe ?analizzare seriamente la possibilità di negoziare uno strumento legalmente vincolante sul traffico internazionale di armi, come un trattato sul commercio delle armi, basato sui principi fondamentali del diritto internazionale e in particolare sia sui diritti umani che sul diritto internazionale?.

Secondo le Nazioni Unite, nel mondo circolano più di 600 milioni di armi leggere e di piccolo calibro (small arms and light weapons, SALW). Dei 49 maggiori conflitti avvenuti negli anni ?90, 47 sono stati intrapresi con armi di piccolo calibro. Queste ultime sono responsabili di oltre mezzo milione di morti ogni anno, tra cui 300.000 nei conflitti armati e altri 200.000 per omicidio e suicidio.

Monsignor Migliore ha affermato che questo trattato ?dovrebbe contribuire a sradicare il traffico illecito di armi e a sottolineare la responsabilità degli Stati per rafforzare ancora di più il regime internazionale sulle armi leggere e di piccolo calibro?.

?Se teniamo conto sia dei costi umani che della loro profonda connessione con il processo di sviluppo sostenibile risulta chiaro che bisogna prestare più attenzione alla riduzione della domanda di armi leggere e di piccolo calibro?.

Per ridurre ?drasticamente la domanda di questo tipo di armi non serve solo la politica, ma anche una ricerca più sicura sulle dinamiche dei conflitti, del crimine e della violenza?.

?Questo fatto ci obbliga a promuovere una vera cultura della pace e della vita tra tutti i membri della società?, ha aggiunto.

Alcune ore prima, nella stessa giornata di lunedì, Benedetto XVI aveva affermato nel suo discorso al Corpo Diplomatico: ?Sulla base di dati statistici disponibili si può affermare che meno della metà delle immense somme globalmente destinate agli armamenti sarebbe più che sufficiente per togliere stabilmente dall?indigenza lo sterminato esercito dei poveri. La coscienza umana ne è interpellata?.

Il 7 giugno 2005, lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) ha pubblicato il suo rapporto annuale sull?industria bellica (?SIPRI Yearbook 2005: Armaments, Disarmament and International Security?) nel quale afferma che la spesa militare mondiale nel 2004 è stimata intorno ad una cifra complessiva di 1,03 mila miliardi di dollari (830 miliardi di euro).

Oltre ad osservare che nel periodo tra il 1995 e il 2004, la spesa militare è aumentata in media del 2,4% in termini reali, il rapporto sostiene ancora che in generale la spesa militare del 2004 corrisponde a 162 dollari (130 euro) pro capite, ovvero al 2,6% del prodotto interno loro mondiale, anche se bisogna tenere conto della notevole diversità tra regioni e tra Paesi.

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