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Svizzera: nuova legge sulle armi, no al registro

Presentando il suo progetto di revisione della legge federale, il governo svizzero propone d'introdurre un permesso obbligatorio per qualsiasi acquisto di armi

di Giulio Leben

In seguito alle resistenze degli ambienti interessati, il Consiglio federale svizzero ha deciso di rinunciare alla creazione di un registro dei detentori di armi. Dopo non poche tergiversazioni, il governo svizzero ha adottato il suo messaggio sulla revisione della legge federale sulle armi, che dovrà ora essere approvato dal parlamento. Rispetto alle disposizioni attuali, il testo prevede una serie di cambiamenti, resi necessari, più che altro, dalla prossima adesione della Svizzera agli accordi di Schengen. Permesso obbligatorio Tra le modifiche contenute nel progetto governativo, che non entrerà in ogni caso in vigore prima del 2007, figura l’introduzione di un permesso d’acquisto obbligatorio per il commercio di armi tra privati. Finora tale obbligo concerneva soltanto i commercianti professionisti. In tal senso diventerà quindi vietata la vendita anonima di armi, come avviene ad esempio attualmente tramite internet o inserzioni. L’applicazione degli accordi di Schengen comporta, tra l’altro, il divieto di alcune armi, come i fucili e le pistole con tiro a raffica o le granate. In futuro sarà inoltre punibile il possesso abusivo di armi da fuoco, come già il caso attualmente per l’acquisto in circostanze illecite. Dall’entrata in vigore della nuova legge, le armi da fuoco importate o fabbricate in Svizzera dovranno essere inoltre contrassegnate, affinché se ne possa identificare in modo più semplice la provenienza. Sarà infine uniformata in tutta la Svizzera la prassi per la concessione di autorizzazioni. Finora, in quest’ambito, i Cantoni hanno interpretato e applicato la legge in modo divergente. Nessun registro È stata invece abbandonata l’idea di creare un registro per recensire tutti i detentori di armi in Svizzera, contenuta nel primo progetto di revisione della legge, elaborato nel 2002. Pochi mesi prima, il massacro di Zugo, costato la vita a 14 persone, aveva infatti rilanciato il dibattito sulla necessità di introdurre disposizioni legali molto più severe per controllare o restringere il possesso di armi. In seguito all’agguerrita opposizione degli ambienti interessati ? cacciatori, tiratori e collezionisti ? la proposta di creare un registro era stata rapidamente messa da parte. Il ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher, subentrato nel 2004 a Ruth Metzler, si era espresso a sua volta contro l’introduzione di un registro, osteggiato in particolare dal suo partito, l’Unione democratica di centro. L’anno scorso i sostenitori delle armi da fuoco si erano opposti al progetto di adesione della Svizzera al trattato di Schengen, approvato il 5 giugno 2004 dal popolo svizzero, temendo un inasprimento della legge sulle armi.


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