Cultura
Qua abitava Pietro, lì Giacomo, più in là Matteo
Cafarnao. Sulle sponde del lago di Tiberiade, sul luogo delle più stupefacenti scoperte archeologiche. Di Angelo Sala
di Redazione
La fioritura delle bouganville, che accompagna il visitatore dal parcheggio degli autobus al cancello d?ingresso di Cafarnao, la dice lunga sul clima di questa parte di Galilea in riva al lago di Tiberiade alla fine di dicembre e ricorda che la superficie dello stesso lago è duecento metri al di sotto di quella del Mediterraneo. La disponibilità di acqua e la stagione, paragonabile alla nostra piena primavera, rendono ancora più lussureggiante la vegetazione attorno a Cafarnao. I francescani hanno portato alla luce l?antico insediamento che il cartello all?ingresso presenta come la città di Gesù: ci sono gli imponenti resti della sinagoga costruita con il contributo, anche architettonico, dei romani che vi tenevano una guarnigione; c?è il villaggio dei pescatori; c?è soprattutto la casa di Pietro, un perimetro sassoso circondato dal tracciato ottagonale della chiesa bizantina, il tutto sovrastato dal ?modulo lunare? della nuova chiesa fatta di cemento, vetro e acciaio. Ci riporta… sulla terra la tomba di padre Virgilio Corbo, un francescano che ha lavorato per decenni agli scavi di Cafarnao e che qui, a pochi metri dalla casa dell?apostolo che è uno dei più antichi luoghi del culto cristiano, ha voluto essere sepolto.
Queste pietre sono il segno di una vita reale e non sono pochi gli episodi del Vangelo qui localizzati che raccontano la vita reale, comprese le malattie, la casa di Pietro scelta da Gesù come la sua casa a Cafarnao, la contiguità delle case di Andrea, Giacomo e Giovanni e del pubblicano Matteo che qui riscuoteva gabella per conto dei romani, nonché di Giairo, tra i capi della sinagoga. Tutte pagine del Vangelo che le scoperte archeologiche chiariscono in una maniera concreta. Ogni particolare è importante, perché il vero non è ciò che sta al di là del reale, ma ciò che illumina, che dà significato a quello che vediamo. C?è dentro quelle pietre, dalle più grandi impreziosite anche da sculture a quelle apparentemente più insignificanti di un perimetro di un?abitazione, passando per quelle dell?uso quotidiano come macine per il grano, frantoi per le olive e sili per la conservazione delle granaglie, almeno uno spiraglio che le rende attraenti.
Sulla riva del lago, a breve distanza da Cafarnao e praticamente contigui, vi sono altri due santuari: quello della Moltiplicazione dei pani e dei pesci, austera ricostruzione in forma di basilica altomedioevale che protegge e custodisce i mosaici bizantini fra i quali, ai piedi dell?altare, il frammento evocatore del miracolo, e quello del Primato di Pietro, graziosa chiesetta sotto alberi frondosi, a due passi dalla riva che invita ad affondare la mano nella tiepida acqua e a raccogliere un frammento lapideo. La pietra calcarea non lavorata emerge in entrambe le chiese. è un linguaggio, concreto e simbolico al tempo stesso, alla portata di tutti. Tu sei Pietro e su questa pietra… non c?è bisogno nemmeno della didascalia. La stessa concretezza degli alberi frondosi: sono eucalipti, messi a dimora qui per bonificare il terreno e l?aria quando la zona era malarica.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.