Welfare

Carceri. Castelli: “Il sovraffollamento è colpa dell’Ulivo”

Il ministro di Giustizia relaziona sullo stato delle carceri: smentisce le sue frasi su "carceri hotel a 5 stelle", annuncia "Nuove carceri e la fine del regolamento del 2000"

di Ettore Colombo

“Il sovraffollamento dei nostri penitenziari è un dato che non si può imputare a questo governo, ma che nasce dal fatto che a fronte del grande aumento di popolazione penitenziaria dal ’96 al 2001 non vi è stato pari aumento di posti disponibili. Insulti, mistificazioni, menzogne e girotondi non bastano a nascondere la realtà. Il sovraffolamento dei penitenziari è una pesante eredità lasciata dall’Ulivo”. Il ministro della Giustizia Roberto Castelli replica, intervenendo ieri sera alla Camera sulla situazione delle carceri italiane, alle polemiche che l’hanno coinvolto e rilancia prefigurando una modifica del regolamento carcerario del 2000, “che in alcuni aspetti è utopico”. “Ad esempio – spiega il Guardasigilli – laddove parla di preparazione dei pasti in base ai dettami delle diverse fedi religiose o raccomanda la separazione dei detenuti fumatori da quelli non fumatori”. Castelli ha anche smentito di aver parlato di carceri come hotel a 4 stelle, precisando invece di aver richiamato “tutti a un maggior realismo, nella convinzione che si debba affrontare la situazione per quella che è e che ci si debbano porre obiettivi realmente raggiungibili, e in tempi ragionevoli, nello stesso interesse dei detenuti”. E ha fatto proprie le parole già pronunciate del premier: “E’ lecito per lo Stato togliere a chi delinque la libertà, ma non la dignità. Questo è il criterio che ci guida ogni giorno nel difficile compito di governare la realtà penitenziaria italiana”. A proposito delle dichiarazioni con cui aveva denunciato l’attività di alcuni esponenti politici tesa a fomentare il malcontento dei detenuti, spiega che le sue preoccupazioni nascevano “da un attento monitoraggio della situazione, che denunciava un’attività di ispezione nei penitenziari da parte di esponenti politici assai più numerosa e intensa della norma. A ciò si aggiungevano preoccupazioni espresse da alcuni direttori e una attività di protesta da parte di detenuti sempre più intensa e organizzata. Devo precisare che la mia massima preoccupazione era legata all’incolumità delle decine di migliaia di operatori presenti all’interno dei penitenziari”. Quanto poi all’esistenza di un documento del Dap che sarebbe stato all’origine del suo intervento, Castelli ha parla di “inesattezza”, spiegando che le sue dichiarazioni nascevano dal monitoraggio “e anche da esperienze dirette”. Tornando al numero dei detenuti, Castelli ha spiegato che il numero degli stranieri ammonta a 17.146, pari a oltre il 30 per cento del totale e, riprendendo le questioni legate all’edilizia carceraria, che il governo ha avviato interventi per la ristrutturazione e l’ampliamento degli edifici esistenti e prevede la realizzazione di 9 nuovi penitenziari: 2 a partire già da quest’anno, gli altri 7 cominciando dal 2004. “Il numero dei detenuti non è destinato a diminuire – ha concluso – poiché la politica del governo mira a garantire la sicurezza dei cittadini e il rigore nell’espiazione della pena”.


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