Non profit
Disabili, lunione fa la denuncia
Handicap. Le barriere restano, nonostante le leggi
Sono il padre di un giovane disabile e scrivo per denunciare, ritenendo di essere uno dei tanti che lo fanno, la mancata applicazione del regolamento sull?eliminazione delle barriere architettoniche da edifici pubblici e servizi telefonici. Un decreto che è entrato in vigore da un anno e i cui risultati stentano a farsi vedere. Come si può immaginare, mio figlio continua ad avere molte difficoltà per muoversi negli spazi pubblici e vede ridotta di molto la propria autonomia. Mi chiedo chi deve pensare a far applicare il decreto e quando le città diverranno finalmente vivibili anche per i portatori di handicap.
Luigi Bonfigli, Cremona
Risponde Carlo Giacobini
Il provvedimento cui si riferisce il lettore è il Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503, che fissa i criteri per l?accessibilità degli edifici e dei servizi pubblici. Nel regolamento non si espongono solo gli standard tecnici da rispettare nel caso di nuove edificazioni o ristrutturazioni, ma si prevedono anche interventi per facilitare la mobilità delle persone disabili. Ricordiamo poi che molte delle prescrizioni non sono affatto nuove, ma erano già state previste dal precedente Dpr 384/1978: le omissioni e le elusioni di quella ed altre norme sono sotto gli occhi di tutti. Nel 1989 venne approvato il decreto ministeriale 236, che fissò indicazioni tecniche diverse dal Dpr del ?78. Da più parti in questi anni si è richiesta un?unificazione degli standard più recenti previsti per gli edifici privati con quelli più antiquati prescritti per gli edifici pubblici. Il Dpr 503 sembra raccogliere tale richiesta. Tuttavia la logica seguita è riduttiva e superficiale, poiché non si è tenuto conto di singole unità ambientali (ascensori, rampe, etc.) che prevedono una funzione qualitativamente molto diversa negli ambienti pubblici rispetto a quelli privati. Un elemento tristemente comune fra i due regolamenti è l?assenza di indicazioni circa le sanzioni e le verifiche. È necessario quindi un impegno che coinvolga enti pubblici, associazioni di disabili, familiari e gli stessi disabili, che devono puntualmente segnalare e denunciare le violazioni del loro diritto di cittadinanza.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.