Welfare

Lo straniero va assistito, anche se non è residente

Il diritto di accesso alle prestazioni sanitarie deve essere garantito a tutte le persone, indipendentemente da criteri di cittadinanza e residenza

di Redazione

Regione: Veneto
Difensore civico: Lucio Strumendo
Settore: Sanità
Caso: Prestazioni a favore di lavoratori extracomunitari

Il diritto di accesso alle prestazioni sanitarie deve essere garantito a tutte le persone, indipendentemente da criteri di cittadinanza e residenza. È quanto sostanzialmente stabilito da una delibera della Giunta regionale del Veneto, che ha fatto propria una sollecitazione ricevuta dal difensore civico, intervenuto dopo la segnalazione della Asl 6 di Vicenza. Il direttore generale della struttura sanitaria ha infatti sollevato il caso di alcuni immigrati, per lo più extracomunitari, in regola con il permesso di soggiorno ma privi di residenza, i quali, pur lavorando alle dipendenze di terzi e versando, come da contratto di lavoro, i contributi assicurativi, non ottenevano la tessera sanitaria. Infatti la legge prevede che l?iscrizione al Servizio sanitario nazionale sia consentita solo ai residenti nel territorio italiano. Quindi i lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese, ma senza una regolare residenza, non possono avere la tessera sanitaria. Dopo una serie di colloqui con le autorità competenti, la Giunta regionale ha approvato il progetto sanitario in materia di assistenza agli immigrati e agli emarginati. Grazie a questo provvedimento, possono accedere alle prestazioni sanitarie sia i cittadini stranieri presenti temporaneamente sul territorio nazionale sia gli stessi italiani che, per diversi motivi, non sono in regola con l?assistenza sanitaria. Una misura importante, quindi, non solo in relazione ai processi d?integrazione dei lavoratori extracomunitari, ma di più ampio significato in termini di equità sociale. Il progetto individua alcuni profili d?intervento, quali l?assistenza preventiva, con particolare riferimento alle malattie infettive e diffusive, e la tutela della maternità responsabile e della gravidanza. I costi di questo progetto non ricadono sulla spesa sanitaria nazionale ma su un apposito fondo, costituito con la delibera della Giunta regionale, in virtù del quale le prestazioni previste sono totalmente gratuite.

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