Non profit
La riforma è buona Ma solo sulla carta
Scuola. Come funzionerà il nuovo modello di istruzione
Stiamo tutti aspettando la tanto ?agognata? riforma scolastica. Sarà il Parlamento, adesso, ad esaminare il disegno di legge in tutti i suoi punti. Se la nuova scuola partirà, come sento affermare in questi giorni, dal 1999, inaugurando, spero bene, il 2000, mia figlia che è ancora piccola frequenterà dall?inizio il nuovo ciclo scolastico. Non entro nel merito delle modalità e dei contenuti dei rinnovati programmi, anche perché non ho le competenze per farlo. Mi chiedo però, e le chiedo, se davvero questa scuola preparerà i giovani ad entrare con maggiore sicurezze nel mondo del lavoro e se quest?ultimo, da parte sua, sarà abbastanza pronto ad assorbire differenziate e preparate risorse ?umane?.
Rita Longaroli, Brescia
Risponde Luigi Mariani
Se la riforma manterrà le promesse contenute nel documento di indirizzo, io credo che alla sua domanda si debba rispondere affermativamente. Un sistema scolastico che realizzi davvero i principi indicati nel documento darebbe risposte a domande finora inevase, compresa quella del rapporto col mondo del lavoro. È ora di scommettere sulla scuola, specialmente quando c?è qualche buona ragione. Il progetto proposto è articolato e concreto. Non a caso incontra tante critiche. Non è un semplice restauro di facciata, ma un rinnovamento strutturale. Lo scopo mi sembra proprio quello di adeguare finalmente la scuola all?attuale modello sociale, che è profondamente diverso da quello che ha prodotto il sistema scolastico ancora in vigore. Si vuole innalzare, insieme all?obbligo scolastico, i ?livelli culturali e scientifici generali?.
Ma l?obiettivo qualificante del progetto è, a mio parere, la formazione della capacità di apprendere. Bisogna fornire gli strumenti per leggere la realtà, piuttosto che soltanto nozioni da imparare. Così si punta sulla flessibilità intellettuale come strumento che permette di adattarsi a differenti situazioni, anche professionali.
Mi pare insomma una buona impostazione, anche se voglio fare tre brevissime annotazioni. La prima. Occorre fare molta attenzione ai contenuti della riforma: se non saranno coerenti con le premesse, si rischia di aver un bel contenitore vuoto. La seconda. È necessario il coraggio di cambiare profondamente le strutture, soprattutto l?organizzazione centrale e periferica, la selezione, la formazione, l?incentivazione del personale. Infine, come lei stessa sottolinea, bisogna intervenire anche sul mondo del lavoro, perché sia pronto ad accogliere persone formate in modo moderno e adeguato. Si da per scontato che, su questo fronte, tutto proceda perfettamente. Ma, a guardare bene, non è sempre così.
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