Mondo

Afghanistan: l’Australia rafforza presenza militare

Canberra invierà 310 nuovi militari nella zona, ritenuta di "importanza cruciale" nella lotta al terrorismo.

di Chiara Brusini

L’Australia rafforzera’ la sua presenza militare in Afghanistan da 190 a 500 soldati, aggiungendo due elicotteri da trasporto truppe, per contrastare la crescente intensita’ degli attacchi di ribelli taleban.

Nel darne oggi notizia, il ministro della Difesa Robert Hill ha spiegato che il governo conservatore di Canberra, saldo alleato degli Usa negli interventi militari in Afghanistan e Iraq, riconosce ”l’importanza cruciale” dell’Afghanistan come prima linea nella guerra al terrorismo.

Il nuovo dispiegamento, che iniziera’ il mese prossimo, comprende 110 soldati delle truppe speciali Sas, che si aggiungono ai 190 gia’ operanti nel Paese. Secondo i programmi, vi fara’ seguito in aprile l’invio di 200 genieri dell’esercito, che opereranno in una squadra di ricostruzione provinciale nel sud del Paese.

Le truppe speciali australiane hanno finora aiutato le forze Usa e della Nato ad affrontare i combattenti di Al Qaida e taleban nelle regioni montagnose di confine. L’opposizione laburista ha accolto con soddisfazione l’annuncio. ”Vediamo l’Afghanistan come direttamente legato agli interessi di sicurezza regionale dell’Australia”, ha detto il ministro ombra per la Difesa, Robert McLelland.

I verdi sostengono invece che la guerra in Afghanistan e’ responsabilita’ degli Usa e della Gran Bretagna, non dell’Australia. ”E’ stato il presidente Bush che ha invaso Afghanistan, sta a lui completare il lavoro”, ha detto il leader dei verdi Bob Brown. ”Ora sta ritirando le truppe dall’Afghanistan e dall’Iraq, e non sta a noi sostituire quelle truppe per il vantaggio interno degli Usa”, ha aggiunto.

Intanto il leader dell’opposizione laburista Kim Beazley ha intensificato il suo attacco sulla conduzione della campagna in Iraq, affermando che la presenza delle truppe australiane e della coalizione crea piu’ problemi di quanti ne risolva, e’ diventata una ‘calamita’ per Al Qaida e per gli insorti iracheni, e compromette ogni possibilita’ di pace. Beazley ha osservato che gli insorti hanno fatto dell’Iraq un campo di addestramento, come era avvenuto in Afghanistan contro l’invasione sovietica negli anni 1980.

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