Non profit

500mila fumatori in meno

Pubblicato un primo bilancio dopo la legge antifumo

di Carmen Morrone

Ad un anno esatto dall’entrata in vigore della legge antifumo che ha esteso il divieto di accendere le sigarette nei locali pubblici compresi bar, ristoranti e discoteche, in Italia ci sono 500mila fumatori in meno. A commentare il successo di una legge fortemente voluta dall’ex ministro della Salute Girolamo Sirchia e’ oggi il sottosegretario alla Salute Domenico Di Virgilio in una conferenza stampa al ministero della Salute a Roma. La diminuzione del numero dei fumatori riguarda sia gli uomini che le donne che nella scelta di spegnere le sigarette hanno attribuito all’entrata in vigore della legge una notevole importanza. Il 7% di tutti coloro che hanno deciso di smettere, infatti, l’ha fatto spinto dai numerosi divieti. Infine, secondo il ministero dell’Economia che registra i dati relativi alla vendita di tabacco, nel periodo tra gennaio e novembre del 2005 si e’ osservata una riduzione complessiva nella vendita del 5,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un altro successo della legge antifumo. Per quanto riguarda i divieti, e’ emerso che nove italiani su dieci sono d’accordo con la creazione di spazi per i fumatori nei locali pubblici e col divieto assoluto di fumare al di fuori di essi; inoltre, per l’87,3% degli italiani il divieto viene rispettato in modo piu’ o meno rigoroso. Lo stop alle sigarette in bar e ristoranti, dunque, non sembra aver allontanato gli italiani, almeno stando ai dati delle indagini presentate oggi al ministero della Salute: il 9,6% del campione intervistato afferma infatti di recarsi piu’ spesso di prima nei locali pubblici e per la maggioranza (83%) l’abitudine a frequentare questi luoghi non e’ assolutamente cambiata con l’entrata in vigore della legge. Una nota dolente e’ invece rappresentata dai luoghi di lavoro: l’86,8% degli italiani si dice favorevole al divieto di fumo nei posti di lavoro (erano l’85% nel 2004), ma solo il 69% ritiene che tali divieti vengano rispettati. Risultati, quelli ottenuti gia’ ad un anno dalla legge, ritenuti piu’ che soddisfacenti dal sottosegretario alla Salute, Domenico Di Virgilio e dal presidente della Lega italiana lotta contro i tumori (Lilt) Francesco Schittulli. ”la legge italiana sul fumo – ha commentato Di Virgilio – e’ presa ad esempio anche da altre nazioni ed e’ una legge che guarda lontano poiche’, oltre all’obiettivo a breve termine di una riduzione dei fumatori gia’ conseguita con successo, mira sul lungo termine ad una tutela piu’ ampia della salute dei cittadini, identificando appunto nel tabagismo uno dei principali fattori cronici di patologie”. Guarda con favore ai dati relativi ad un anno di applicazione della legge anche il presidente della Lilt, Schittulli, il quale ha sottolineato come un dato sorprendente sia proprio rappresentato dall’ ”alto senso civico” dimostrato dagli italiani: ”la maggioranza ha rispettato i divieti di fumo di buon grado – ha osservato – e soprattutto nei locali pubblici, come bar e ristoranti, dove si temeva che il divieto sarebbe stato mal tollerato”. A sottolineare i passi avanti fatti grazie alla legge anche il direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, nonche’ direttore operativo del Ccm, Donato Greco: ”Dopo l’acqua potabile e le vaccinazioni – ha detto – l’abbattimento del tabagismo rappresenta lo strumento piu’ efficace in termini di prevenzione per patologie gravi. In questo senso, l’Italia ha fatto da apripista confermandosi leader mondiale di una legge puntata alla protezione della salute dei non fumatori”. Greco ha quindi sottolineato l’importanza del monitoraggio della legge per evidenziare i passi in avanti registrati in questo primo periodo: ”Se e’ vero che il paese rinuncia in questo modo a quote non piccole di entrate in termini di tasse per la vendita delle sigarette – ha – nel lungo termine il risparmio in termini sanitari che questa legge e’ in grado di produrre sara’ certamente evidente e di grande importanza”.


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