Cultura

Un’economia oltre Pil e produzione

Mentre buona parte della politica europea annaspa nelle sabbie mobili della stagnazione, l’editoria sforna a getto continuo opere che immaginano un’altra economia...

di Christian Benna

Contro l?ossessione da Pil si riempiono gli scaffali delle librerie. Mentre buona parte della politica europea annaspa nelle sabbie mobili della stagnazione, l?editoria sforna a getto continuo opere che immaginano un?altra economia. Dove al posto della crescita a tutti i costi, c?è spazio per le persone, e contro la finanziarizzazione del sistema si studiano nuovi modi di intendere il mercato e i mezzi di produzione. A mettere il tutto nero su bianco non sono profeti di rivoluzioni, ma esperti e docenti universitari, che confrontano le attuali esperienze di organizzazione economica con i reali bisogni dell?individuo. Non ricette pronte all?uso e voglia di tabula rasa, ma segnali e indicazioni per correggere i meccanismi che alienano l?uomo occidentale dalla sua società.

  • Come sopravvivere allo sviluppo di Serge Latouche, Bollati Boringhieri, 104 pagine, 9,50 euro Nient?altro che un ossimoro. Secondo Latouche lo sviluppo e tutte le sue declinazioni (sostenibile, sociale, locale, durevole) sono delle imposture dettate dai grandi interessi economici che non hanno nulla a che fare con il benessere dei cittadini. Anzi. L?inganno è quello di proporre come unico modello di crescita il rialzo del Pil e delle attività produttive. Il tutto immerso nella salsa della globalizzazione, ovvero un processo definito dalla vulgata come irreversibile. Invece il professore di Scienze economiche all?università di Parigi-Sud invita il lettore a un semplice ribaltamento culturale, pensando a forme alternative di sviluppo, operando una vera e propria decolonizzazione dell?immaginario. Il che si traduce con le formule del localismo e la decrescita conviviale. Obiettivi urgenti per frenare l?onnipotenza del mercato e mettere al suo posto l?uomo con le sue reali aspirazioni…
  • Il capitalismo con l?anima. per un?economia morale di William Greider, Orme Editori, 430 pagine, 23 euro William Greider ama definirsi un giornalista vecchio stampo. Il suo libro, scritto con il solito sguardo disincantato, più che un saggio di denuncia sulle derive dei mercati è un manuale di sopravvivenza. Il lavoratore, secondo Greider, per non essere inghiottito dalla macchina deve emanciparsi. L?obiettivo è diventare proprietario invece che dipendente, attraverso moderne forme di azionariato collettivo. Il sistema finanziario poi può essere riformato. Il capitalismo non è un monolite intoccabile, anzi: il suo pregio è la capacità di evolversi. E i piccoli risparmiatori possono cambiare le regole del gioco anziché subirle. A partire da una riduzione dei consumi. L?impronta di Greider infatti è anche marcatamente ecologista, basata sul risparmio energetico e delle risorse.
  • Produrre per vivere di Boaventura de Sousa Santos, Città Aperta, 450 pagine, 30 euro Un viaggio nel mondo sulla via della produzione non capitalistica. Docente di sociologia all?università di Coimbra e del Wisconsin-Madison, Boaventura de Sousa Santos prende per mano il lettore attraverso le esperienze più significative in cui i ceti ?subalterni? si organizzano a margine della globalizzazione neo liberale. La carrellata parte con l?economia solidale in Brasile e un dibattito sullo swadeshi indiano promosso da Ghandi. Gran parte del volume è dedicato alla questione della terra, vista come opportunità di emancipazione: il Sud Africa del dopo apartheid e il Brasile dei Sem Terra sono i protagonisti di questi percorsi. I casi delle cooperative e dell?associazionismo urbano sono ulteriormente approfonditi da alcuni interventi di Alberto Melo, Cesar Rodriguez e Teresa Cruz Silva.

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