Per una che se ne va, molte ne restano. Protocolli segreti a parte, una verità è certa: i riallineamenti strategici post Guerra fredda non intaccano la posizione invidiabile che l?Italia occupa nello scacchiere internazionale per gli eserciti degli Stati uniti e della Nato. Per capire quanto avviene a pochi chilometri dalle nostre case bisogna affidarsi a siti e documenti internazionali: in Italia ci sono oltre 30 basi Usa e Nato di varia grandezza e più di un centinaio di installazioni militari. In altre parole: aeroporti, eliporti, basi militari, poligoni, centrali di comunicazioni e antenne radar, depositi di munizioni e armamenti di ogni genere. Persino bombe nucleari: 90, secondo l?ultimo rapporto del National Resources Defence Council.
La Sardegna è senz?altro il perno strategico del sistema. Base nucleare di Santo Stefano a parte, si contano in particolare il Poligono Sperimentale Salto di Quirra, il più vasto d?Europa con i suoi 13mila ettari di estensione a terra, il Poligono Capo Teulada per esercitazioni aeree ed aeronavali della Sesta flotta americana e della Nato, secondo in Europa per estensione (7.200 ettari a terra, 750 kmq a mare), primo per intensità di utilizzo, e, infine, Capo Frasca-Decimomannu, con eliporto, aeroporto e poligono Nato. Segue il Friuli, con 17 poligoni frazionati su 4.200 ettari di demanio e l?insediamento di Aviano, la più grande base, deposito nucleare e centro di telecomunicazioni dell?aviazione americana in Italia, a cui si lega il tragico ricordo della funivia del Cermis. In essa sono dislocate le forze operative pronte al combattimento, i cacciabombardieri della guerra in Bosnia, il XXXI Gruppo da caccia e la XVI Forza aerea, nonché uno squadrone di F18 dei Marines. Al Nord si distinguono altri importanti siti in Lombardia, con il deposito di Ghedi, vicino a Brescia, dove, secondo rapporti americani, sarebbero stoccate anche bombe nucleari, e il comando multinazionale Nato di Solbiate Olona (VA), con una presenza di circa 2.100 persone, provenienti da 11 Paesi Nato. In Veneto, spicca Camp Ederle, quartier generale dell?Alleanza atlantica e comando dell?aviazione americana, che ne controlla le forze in Italia, Turchia e Grecia. Fra Pisa e Livorno è situata Camp Darby, la più grande base logistica del Mediterraneo dove oltre un migliaio di militari americani garantiscono il supporto a tutte le forze a stelle e strisce dislocate dal Po al Nord Africa.
Scendendo lungo lo Stivale, ci si imbatte in attività di supporto e logistiche a Napoli, nei pressi dell’aeroporto Capodichino. Non è risparmiata la Puglia, a sua volta disseminata di basi per la dislocazione di aerei statunitensi oltre che sede dell’Electronics Security, il gruppo di spionaggio elettronico. Infine, una serie di installazioni che coinvolgono l?intera Sicilia orientale ha l?epicentro nella nota base di Sigonella che con Gaeta rappresenta la principale base terrestre della Marina americana nel Mediterraneo centrale. Supporto logistico della Sesta flotta, vi trovano impiego circa 3.400 americani, soprattutto nei reparti operativi della stazione aeronavale su cui, oltre ad Aviano e Camp Darby, sembra si concentrino le attenzioni Usa nel quadro dei piani di ridislocazione delle forze predisposti dal Pentagono.
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