Mondo

Obiettivo, salvare i villaggi

Intersos, forniture idriche ed educazione. Il progetto punta a favorire il ritorno dai campi profughi e ad evitare ulteriori migrazioni

di Sara De Carli

Garsila è una città di 54mila abitanti. Ma 36mila sono sfollati. Con l?intensificarsi degli attacchi dei janjaweed, la popolazione dei villaggi vicini si è riversata in città, accampandosi in una zona assegnata loro dal commissariato locale. Dopo mesi e mesi, quello che all?inizio era percepito e vissuto come un campo profughi è ora diventato un quartiere della città. Che rischia di allargarsi ulteriormente con l?arrivo di altre persone dalla vicina regione di Nyala, dove le violenze sono in aumento. Intersos è stata la prima ong presente a Garsila. Ha coperto i bisogni primari del campo profughi, ha costruito latrine e pozzi, ha distribuito sapone, secchi e taniche per l?acqua. Fino a quando altre organizzazioni sono finalmente arrivate e Intersos ha avuto la possibilità di concentrare i suoi sforzi per intervenire proprio sulle origini del conflitto stesso, creando percorsi di dialogo tesi a un ritorno pacifico nei villaggi. L?obiettivo è quello di limitare ulteriori spostamenti di persone verso i campi profughi, facilitando inoltre il ritorno delle famiglie al loro villaggio e ai loro campi. Le direttrici di lavoro sono due: creare servizi di base nei villaggi, dalle scuole all?acqua ai forni per il pane e avviare una forma di assistenza anche per le popolazioni seminomadi della zona, per favorire il processo di dialogo e migliorare la sicurezza locale. In ciascuno dei tre villaggi selezionati Intersos ha costituito e formato quattro comitati settoriali, perché sono solo loro che possono garantire la sostenibilità e la continuità del progetto. Sono comitati misti, cioè con una presenza di donne e (cosa più difficile) di rappresentanti di gruppi etnici differenti, africani e arabi. I settori di competenza sono quelli cardine: acqua, educazione, servizi comunitari, promozione dell?igiene. I membri dei comitati stanno iniziando, a loro volta, a sensibilizzare l?intera popolazione dei villaggi, avvalendosi anche del materiale distribuito da Intersos: zanzariere, teloni di plastica, utensili da cucina. A Soja quattro aule sono già state costruite e le lezioni, tenute da insegnanti identificati dal Comitato educazione, sono già iniziate. Stessa cosa a Mindo, dove però si è deciso di procedere anche alla ristrutturazione in muratura della scuola esistente. Partiti anche gli scavi di due pozzi a Soja e la costruzione di centri comunitari per attività con donne, giovani e bambini. Sta funzionando? Sì. Delle famiglie rientrate ai villaggi per la semina, nessuna è tornata in città. Anche se la raccolta è terminata. Sotto la lente

  • Progetto: Sicurezza alimentare e fornitura idrica
  • Direttore del progetto: Magda Bellù
  • Localizzazione dell?intervento: Darfur Occidentale, regione di Wadi Salih
  • Beneficiari diretti: La popolazione sfollata di Garsila: 36mila persone
  • Attività realizzate al 30/11/2005: formazione di comitati territoriali, costruzione di scuole e centri polivalenti, scavo di pozzi
  • Estensione del progetto: 31 gennaio 2006 Ong esecutrice: INTERSOS – tel. 06.8537431

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